lunedì 27 maggio 2019

IMPARARE A DISEGNARE

Tra pattern, carta forno e dettato "grafico"

Copyright © Tindara Rasi

Ci sono vari modi per imparare a disegnare. Si può procedere per esecuzione spontanea, dallo scarabocchio all'acquisizione di un proprio stile personale, con totale libertà grafico-espressiva, senza avere come obiettivo l'apprendere a disegnare, ma l'atto creativo, la poiesi in sé. Oppure, si può iniziare da un processo di educazione che attui l'imitazione tra pari o da adulti a bambini: apprendo, perché lo vedo fare ad altri e provo ad imitarli in questa arte grafica, mettendomi al fianco.
Ma un metodo sicuramente efficace, è quello che passa dalla "stabilizzazione" dell'impugnatura alla stabilizzazione del tratto grafico. Il potenziamento della motricità fine e della coordinazione oculo-manuale, è alla base di tale processo, attenuante anche della disgrafia lieve.
Per fare ciò, è necessario partire dalla solidità di chi "guida" la mano che disegna, in modo da dare confine e precisione al bambino, senza che si concentri troppo su questi aspetti, prediligendo invece una maggiore attenzione verso la corretta impugnatura, la risultanza visiva gratificante dell'atto e la grafomotricità terapica.


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STENCIL
Si inizia, pertanto, utilizzando stencils o mascherine di plastica, in vendita in tutti i siti per scuola d'infanzia. Grazie agli stencils, per gli alunni è semplice "realizzare" un disegno. I primi stencils da utilizzare sono quelli aventi forme tonde o a spirali come quella di Archimede o la logaritmica policentrica; successivamente si passerà a immagini con le linee dritte, come triangoli, quadrati, case, ecc.; infine, si arriverà all'uso di stencils dalla sagoma più articolata e complessa.
Adagiando lo stencil su un foglio, è possibile ottenere tramite una matita appuntita o un pennarello fine, l'immagine corrispondente. Lo stencil deve essere fissato bene o trattenendolo con la mano, o attaccandolo sul foglio sottostante per mezzo di scotch o puntine. L'uso più appropriato prevede inizialmente stencils con intagli di grande dimensioni, a tutta pagina, possibilmente raffiguranti un unico disegno, meglio se geometrico o astratto. I disegni prodotti sulla carta possono poi essere "seguiti" con le dita, o tramite cotton fioc, legnetti, bastoncini dei gelati, ecc, favorendo una prima attività di pregrafismo. Gli stessi disegni possono essere riprodotti liberamente dai bambini sul materiali come la sabbia, o vi possono essere adagiati sopra tappi, semi grossi o sassolini, in sequenza ordinata sulla linea tracciata in precedenza. Ciò agevola soprattutto l'attivazione del ragionamento sequenziale, spaziale e logico-matematico. 

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Questo primo processo grafico che trasferisce la sagoma dello stencil su carta, serve a stabilizzare l'impugnatura del lapis, la pressione del tratto usato per "trasferire" il disegno sul foglio, e la posizione del polso quando si usano materiali non strutturati (sabbia, bastoncini, tappi, ecc.),. Si passa alla fase successiva, lasciando spazio e tempo per divertirsi con questo primo approccio anche tramite momenti di puro scarabocchio non strutturato, derivante comunque dall'uso degli stencils

CARTA TRASPARENTE O CARTA FORNO, E PATTERNS
Nella seconda fase, dopo aver prodotto adeguati patterns grafici, derivati dagli stencils, si inizia a disegnare su questi stessi patterns, ricalcando a mano libera tramite materiali che facciano da interfaccia. In particolare, per fare ciò, possono essere utilizzati o album di carta trasparente o carta forno. 

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Il procedimento, in questo caso è meno "costrittivo", lasciato alla libera fluidità grafica e al libero movimento del polso. Si adagia il pattern, cioè il disegno considerato matrice o generatrice degli altri, sul tavolo, fissandolo con puntine o con nastro adesivo o tenendolo molto fermo con la mano. Sopra questo pattern, che può essere anche una forma geometrica in successione, un ritmo di pentagoni e triangoli, una serie di ovoli e spirali, oppure un grosso disegno dalle linee semplici e poco articolate, si adagia il foglio di carta trasparente o la carta forno. Anche in questo caso, sarebbe meglio tenere fermi i fogli, con gli accorgimenti già descritti per la base cartacea. Non ci saranno le "spondine" degli stencils di plastica a contenere il movimento della mano, ma il disegno potrà essere ricalcato con maggiore fluidità motoria sulla base di quello sottostante tratteggiato nel cartoncino. Sollevando il foglio di carta trasparente o carta da forno, sarà possibile vedere in controluce il risultato ottenuto. Successivamente, ogni alunno/a potrà provare a riprodurre da solo/a, senza ausilio del pattern sottostante, il disegno, avendo già acquisito anche una maggiore sicurezza nell'esecuzione. La memoria corporeo-cinestetica aiuterà a rifare il modello abbastanza fedelmente all'originale, proprio perchè lo si è appena eseguito.
Man mano che si acquisisce questa abilità, sarà possibile, da parte degli alunni, creare dei disegni liberi, cioè delle matrici assolutamente originali, disegnandole su cartoncini o fogli da lasciare a disposizione per i bambini meno esperti, i quali, a loro volta, potranno usarli come base da ricalcare con i fogli trasparenti o carta forno.


 
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DETTATO GRAFICO
L'ultima parte della propedeutica al disegno, quando cioè si è giunti al saper disegnare autonomamente, prevede l'attivazione guidata dell'intelligenza visiva e dell'intelligenza corporeo-cinestetica, tramite i cosiddetti "dettati grafici". Se si vuole attivare attenzione e concentrazione, si usa il "dettato verbale", chiedendo a voce cosa devono disegnare, secondo una procedura sequenziale: ora disegna una casa al centro del foglio, poi sul lato destro in alto, un sole. Ma il "dettato grafico" è soprattutto quello alla lavagna: che sia una L.I.M., o una lavagna luminosa, o una magnetica con relativo pennarello acchiappacalamita, o quella tradizionale con gessi, o ancora una lavagna a grandi fogli mobili, poco importa. In questo caso, si chiederà ad un/a bambino/a tutor, o verrà tratteggiato da parte delle insegnanti, cosa gli altri dovranno fare, eseguendo l'attività per primi su qualsiasi grossa superficie ove sia possibile disegnare, avendo cura che sia frontale agli altri bambini in modo che tutti possano vedere cosa viene riprodotto in essa. Il "dettato grafico" non si avvale esclusivamente di spiegazioni verbali, ma usa principalmente quelle iconiche, infatti, eseguite, "proiettate" secondo una certa sequenza nei muri. Si possono usare infatti anche veri proiettori o inviare sequenze di immagini alla L.I.M. oppure riprodurre video modeling preconfezonati con le fasi spiegate; ma più semplicemente si può disegnare "dettando" i passaggi frontalmente in grandi superfici ben visibili a tutti. La successione delle operazioni richieste, è importante, e prepara anche alle sequenze logiche del coding o della logica in generale. I disegni proposti dal tutor o dalle insegnanti, dovranno essere essenziali e molto stilizzati. L'esecuzione dovrà seguire una efficace sequenza logica, soprattutto nelle prime fasi dell'apprendimento grafico. Un esempio classico è quello del disegno del sole: per farlo, prima si disegna il cerchio, poi i raggi lunghi, poi i raggi corti. Successivamente, acquisendo manualità, spazialità e sicurezza fino-motoria, se al centro della lavagna viene tracciata una casa in assonomia dimetrica cavaliera a 45 gradi, gli altri bambini dovranno fare altrettanto, rispettando lo spazio sul foglio, ma disegnando però la casa in maniera autonoma e soprattutto originale, in base alla propria capacità grafico-pittorica acquisita. Ognuno di loro avrà la possibilità di utilizzare il materiale che più predilige, e potrà dunque disegnare con pennarelli, con matite colorate, con cere, con gessetti, con pennelli e tempere; ma soprattutto, potrà disegnare una casa come meglio riesce, come meglio preferisce, graficamente complessa o a sua volta stilizzata, oppure dai colori fantasiosi, o ancora con i tratti fermi, lineari, o infine curvi e arzigogolati. In questo ultimo atto, nasce la vera produzione grafica e si sviluppa la vera creatività espressiva.

ESTENSIONI OUTDOOR
In scuole dove è possibile recarsi all'esterno in totale sicurezza, si può anche pensare ad attività outdoor, facendo mettere a cerchio i bambini sull'asfalto o sul cemento e, grazie al dettato grafico di un bambino messo al centro del gruppo, far disegnare con i gessetti, dei graffiti dettati o dei disegni effimeri nel tipico stile Street Art dei madonnari, oggi definita arte dello "3street painter" oppure del "pavement drawer". Il disegno ottenuto, sarà di breve durata, ma avrà dato intanto la possibilità ad ogni bambino di rafforzare il polso su una superficie meno liscia di un foglio, e avrà soprattutto fornito la possibilità di non fissarsi sul contenuto finale, ma sul divertimento dell'atto creativo e sulla spontaneità ludico-grafica che non condiziona i processi immaginifici, ma li avvalora invece, in affianco contestuale ad abilità e competenze pratico-didattiche di strategica importanza nella scuola d'infanzia.



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SEQUENZA DELLE FASI

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LABORATORIO IN UN'OTTICA "FLIPPED CLASSROOM"
Su un blog, creato tramite il software Google Sites, sono stati informati i genitori sia prima che dopo l'esecuzione di un'attività di laboratorio con carta forno o carta trasparente, denominata "Per imparare a disegnare". Su questo blog di Google Sites sono state pubblicate due pagine, una con i documenti preparatori, secondo la metodologia Flipped Classroom, l'altra con i risultati ottenuti alla fine del laboratorio. I genitori coinvolti, e gli stessi alunni, hanno potuto visionare così alcune presentazioni tramite il tool "Emaze", caricate preventivamente dall'insegnante. Si è trattato di presentazioni brevissime e semplici, adatte soprattutto alle capacità attentive dei bambini e ai loro tempi di ricezione effettivi. Tramite l'uso di questi tools, è stato inizialmente richiesto ai genitori di portare il materiale (carta forno o carta trasparente, ed eventualmente un lapis preferito dai loro figli), specificando i tempi richiesti entro i quali farlo. La presentazione, in questo primo caso, era da vedere insieme, genitori e figli, quasi in funzione di registro online.
Il secondo video di presentazione, invece, principalmente rivolto agli alunni, poteva essere pre-visionato a casa con l'aiuto dei genitori, ma anche riproposto dalle insegnanti in aula poco prima dell'attivazione del laboratorio. In questo caso, tramite il video del tool, sono stati presentati i passaggi che di lì a poco gli alunni avrebbero dovuto eseguire, e specificato perchè gli veniva richiesto di fare quella attività, cosa si voleva potenziare e ottenere alla fine della performance.
Il compito finale di realtà, svolto in aula secondo una modalità individuale next-to-me (un bambino dopo l'altro, non in gruppo, seguito passo passo dall'insegnante), è stato filmato sia per una autovalutazione olistica (come si vede lo stesso alunno, riguardando il filmato), che per una eterovalutazione (come mi vedono i genitori, come mi vede l'insegnante).
Alla fine della giornata, in una presentazione conclusiva, è stato caricato su Google Sites un esempio tramite video e foto, dell'attività svolta. Anche in questo caso, dunque, sia i genitori che gli alunni, hanno potuto vedere cosa era stato fatto in aula e i risultati ottenuti, riferibili alla Competenza Chiave Europea "Imparare ad imparare".

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domenica 26 maggio 2019




I contenuti scritti presenti su questo blog possono essere condivisi, copiati, riprodotti, pubblicati o utilizzati solo previa autorizzazione e menzionando l'autrice, non possono essere utilizzati a scopo economico né possono essere riadattati a meno che non autorizzati dalla sottoscritta autrice di Maestra all'opera, che ne è la proprietaria.
(Legge sul diritto d'autore 22/04/1941 n° 633, G.U. 16/07/1941)

domenica 5 maggio 2019

VASSOI
Metodo Montessoriano
di Tìndara Rasi
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Alla base dell'autonomia personale c'è il concetto di derivazione montessoriana "aiutami a fare da me". Nella Scuola d'Infanzia ciò si traduce in una predisposizione degli spazi ad altezza bambino, con piena disponibilità all'afferramento e all'uso quotidiano, a livello soggettivo e personale. Una basilare concezione che io traduco con l'utilizzo, sempre di derivazione montessoriana, dei vassoi per le attività, da prendere dalle scaffalature e usare liberamente.
Li ho proposti e fatti  realizzare in cartone colorato di azzurro-blu, l'anno scorso, uno per bimbo, a livello personale; ma, non potendoli recuperare quest'anno, ho riadattato questa modalità montessoriana, usando contenitori "alternativi": vassoi di plastica ad uso plurimo, per tutti, o piccole cassette di legno della frutta, in particolare quelli delle fragole, sempre per tutti, oppure ancora mini vassoini individuali con contenitori per cibo, di legno sottile (barchette per cibi).

Dentro quelli di cartone di l'anno scorso, ogni bambino, singolarmente, poteva mettere il proprio materiale,  predisporre oggetti o giochi transazionali per usarli successivamente, conservarvi dentro disegni liberi, astucci e matite personali, persino tappi, fiori, sabbia, sassi, rami, gioielli, macinini di vecchio stampo e sale grosso, fischietti, fisarmoniche, ecc.. Quei vassoi di cartone erano infatti poggiati su mensole rigorosamente aperte, ad altezza bambino, ad uso bambino. Ogni alunno poteva spostare e trasportare il contenuto del proprio laboratorio fantasioso manipolativo, poteva giocarci, poteva conservarlo per i giorni dopo uguale, poteva svuotarlo, riempirlo, svuotarlo e ricominciare daccapo.

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Questo anno, nell'impossibilità di riutilizzare lo stesso materiale, perchè la sezione è stata ricalibrata a livello di setting e strutturata diversamente per altre esigenze dalle colleghe presenti inizialmente, ho trasfuso (travasato, per usare un altro termine di Montessori), questa stessa idea ai contenitori di plastica o a quelli di legno, proponendoli a tutti in piccolo o grande gruppo. La potenzialità metodologica e funzionale si è trasformata da risorsa individuale per le attività manipolatorie e creative personali, a risorsa collettiva e "conservativa": vassoi per "contenere" oggetti, per conservarli, per presentare le attività, per riordinare. Un vassoio di alluminio, ha potuto contenere la "musica" prodotta dallo scoscio d'acqua sotto il rubinetto, e persino della pioggia. Altri hanno contenuto Loose parts destrutturati, di derivazione naturale.


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Un uso intermedio, molto poco montessoriano perchè totalmente di plastica, lo ha svolto una grossa bagnarola ovale di plastica che ha contenuto i "mattoncini" Lego©, l'unico gioco ad alta funzionalità creativa e manuale presente in sezione.


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Un uso "personale" e individuale, sebbene sfruttato solo nell'ultimissima parte dell'anno, lo hanno svolto le barchette piccoline per cibo, in legno sottile, materiale scovato in occasione della festa della mamma.
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I vassoi montessori hanno in realtà caratteristiche specifiche: sono grandi, dotati di maniglie, di legno monocolore o color naturale, proprio per non distrarre eccessivamente l'attenzione del bambino nella sua fase di riordino in autonomia o di creazione immaginifica con i materiali naturali. 
Ma la mia sezione non è sita in una scuola prettamente montessoriana e arrabattarsi è affare di ogni maestra che si rispetti.

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sabato 4 maggio 2019


Nel campo mezzo grigio e mezzo nero
resta un aratro senza buoi, che pare

dimenticato, tra il vapor leggero.
E cadenzato dalla gora viene
lo sciabordare delle lavandare

con tonfi spessi e lunghe cantilene:
«Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese!

quando partisti, come son rimasta!
come l'aratro in mezzo alla maggese.»

Giovanni Pascoli

venerdì 3 maggio 2019


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Non si diventa illuminati immaginando figure di luce, 
ma divenendo coscienti del buio.
Carl Jung

mercoledì 1 maggio 2019

GIOVANI E PASTORALE GIOVANILE
Sicilia, Terrasini, veglia nella Cattedrale di Monreale, Palermo
#vegliaincattedrale #monreale #darecasaalfuturo

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#darecasaalfuturo

XVI convegno nazionale di pastorale giovanile 


IL RUMORE DEI PASSI
Teodramma nel giardino di Monreale


Corsa di mani
rincorsa di volti,
fuga di sguardi,
galoppo a perdifiato di piccole pietre
(conta le stelle, Abramo, se riesci)
piedi nudi contro un cielo oro eterno.
Uno sterminato puzzle di pixel
come uno schermo al plasma ante litteram,
texture di colori codificata mille anni addietro. E molto di più.
Va in scena il teodramma,
il big bang originario dell'umanesimo cristiano.

La mosaicata teoria umano-religiosa catturava
gli occhi ancora troppo ingenui degli astanti devoti.
Avveniva secoli fa. Accade ancora oggi. Noi siamo oggi.
I curiosi che non sospettavano nulla del grande mistero d'amore
al quale obbedisce tutto l'universo,
si scoprivano rapiti e risucchiati dentro il racconto artistico delle pareti.

Parlava di donne e uomini, archetipi simbolici.
(Parla di noi)