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giovedì 31 marzo 2016

DEBUGGING

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L'errore, il bug, è induviduabile solo dopo che il programma viene collaudato. Solo usandolo, solo in fase di effettiva esecuzione run-time, il bug o il crash, salta fuori. A quel punto bisogna ricontrollare tutto: si fa l'analisi del codice sorgente, si individua il bug, si riprogetta la compilazione e si corregge il malfunzionamento del programma, si testa nuovamente tutto per verificare se la procedura di correzione è stata efficace.
Per facilitare questo compito, esistono dei debugger, software progettati a questo scopo.

Noi siamo debugger di noi stessi?
Siamo in grado di fare autoanalisi, evidenziare un nostro bug, porvi rimedio, ripartire? 
Siamo in grado di mettere in atto processi cognitivi di problem-solving?



mercoledì 30 marzo 2016

CHE COSA SONO, ALLA FINE

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Che cosa sono, alla fine, se non un bambino

compiaciuto del suono del suo nome? e lo ripeto, continuo a ripeterlo;

mi fermo in disparte, a udirlo - non me ne sazio mai. 

Anche per te il tuo nome; 

credevi che non ci fossero altro che due o tre sillabe 

nel suono del tuo nome?



FILASTROCCA DELLE MAESTRE


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Maestra, insegnami il fiore ed il frutto
Col tempo, ti insegnerò tutto

Insegnami fino al profondo dei mari
Ti insegno fin dove tu impari

Insegnami il cielo, più su che si può
Ti insegno fin dove io so

E dove non sai? - Da lì andiamo insieme

Maestra e scolaro, un albero e un seme

Insegno ed imparo, insieme perché
Io insegno se imparo con te.

Bruno Tognolini in "Le filastrocche della Melevisione", Carlo Gallucci Editore, 2011



Q.



martedì 29 marzo 2016


LA COMPETENZA DIGITALE  E L'AMBIENTE



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"La competenza digitale consiste nel saper utilizzare con dimestichezza e spirito critico le tecnologie della società dell'informazione  per il lavoro, il tempo libero e la comunicazione. Essa implica abilità di base nelle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC): l'uso del computer per reperire, valutare, conservare, produrre, presentare e scambiare informazioni nonchè per comunicare e partecipare a reti collaborative tramite Internet."


"L'apprendimento avviene attraverso l'azione, l'esplorazione, il contatto con gli oggetti, la natura, l'arte, il territorio, in una dimensione ludica, da intendersi come forma tipica di relazione e di conoscenza."


giovedì 24 marzo 2016

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 07 MARZO 1999

RITRATTI


Mia mamma porta
i pizzichi di sale strofinati sulla gonna.
Porta le tracce
di erba colta e di agnellini.
Porta il fumo
della legna nei capelli

Mio padre porta
le toppe ai pantaloni di velluto.
Porta l’odore
della terra divellata.
Porta le sagome
di orto con le scarpe.

Mia sorella porta
il sapore della gente e dello studio.
Porta il profumo
nei maglioni elaborati.
Porta le scarpe
con il tacco nero.

Rimango solo io
che per costruirmi
mi escludo dagli elenchi
e lascio che qualche altro scavi,
lascio
che sia proprio un figlio
a ritrovare la mia essenza...
... che sia come me con loro,
uno dello stesso sangue,
a disegnarmi.



TINDARA RASI
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                                                                   20 GIUGNO 2003
IL SUONO ZEN DELLA PIOGGIA

–Vento di tempeste,
di nubi che trovano sollievo da quel tango
accoccolandosi tra le ginocchia dei crinali.
– Tuoni
tuoni che rubano parole,
che prendono a schiaffi le corde vocali.
– Lampi
ferite, morsi, che deturpano la notte
– e notte.

Notte che viene amplificata dai rumori
centellinando luci di lampioni,
abrogando luna, stelle, cimiteri astrali,
non lasciandosi forare da colori...

Così mi sento in questo vuoto esistenziale
– perché non prendo sonno
e la mia fronte ribolle di parole giuste da assemblare
– perchè non trovo Zen,
e neanche intrecci, e consuetudini d’amore...
Sbatte un’altra volta l’imposta, la tapparella, la bandiera,
cigola l’aria in attesa di frescura...
poi tutto si congela.

Gocce cicatrizzano vetrate
– quiete:
(tu) giunto sull’argine del letto
(tu) pioggia e Zen di questa notte edace –

– e la mia mente si ristora sul lembo di un guanciale
               – anche là dentro finalmente
               – pace.
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 11 LUGLIO 2003
NIRVANA PER MADRI

Seduta:
in piedi lei – sulla mia stessa sedia.
Mi accoglie in un bagnetto –
mi lava –
mi insapona –
Mi spazzola i capelli (infine)
– me li asciuga
– li misura:
– lunghi.

Se muovo gli occhi e parlo
sono la sua bambola gigante
                      – multifunzionante.

E neanche poi così perfetta –
per qualche istante
il respiro mi si inceppa.
TINDARA RASI
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14 LUGLIO 2001
Ai miei figli
DAI PERGOLATI GEMMI

                 Lunghi i filari di pensieri
                tra il rezzo dei terreni polverosi
                – vigneti
                per aneliti di corse
                rimasugli di speranze inulte.

                 Statua sul portone
                a seguire belati di caprette tra i palmiti
                – pergolato
                dai movimenti lenti e affaticati.

                 Tu divisione cellulare
                a ricurvare tralci tra i tutori rinsecchiti
                – gemma
                nei contorni del tuo mondo intrauterino,
                – rotolìo di un acino
                – vendemmia
                – eco
                – libero scontrino di un’ecografia.

                  Lo spegnerò l’anelito
                ai tralci rinsecchiti,
                lo eluderò
                il volo delle cinciallegre ficcanaso
                – accetterò
                le variazioni al mio genoma procreativo,
                per te che condizioni il mio futuro,
                per te che sfidi l’etichetta
                di fardello precludente
                – accetterò ogni cosa
                nell’attesa che tu nasca.

                  ...ma tu, se puoi, compensami – sorridimi
                – sorridimi – che mentre vivi
                almeno t’immaginerò.



TINDARA RASI
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La continuità ci dà le radici; 
il cambiamento ci regala i rami, 
lasciando a noi la volontà di estenderli  
e di farli crescere 
fino a raggiungere nuove altezze.


 Pauline R. Kezer, docente, legislatore donna, vice presidente del consiglio di amministrazione (chairman) dei Repubblicani di stato, precedentemente segretario nello stato del Connecticut

martedì 15 marzo 2016






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Dite:

è faticoso frequentare i bambini.

Avete ragione.

Poi aggiungete:

perchè bisogna mettersi al loro livello, 

abbassarsi, inchinarsi, curvarsi, farsi piccoli.

Ora avete torto.

Non è questo che più stanca.

E’ piuttosto il fatto di essere obbligati ad innalzarsi 

fino all’altezza dei loro sentimenti.

Tirarsi, allungarsi, alzarsi sulla punta dei piedi.

Per non ferirli.



Janusz Korczak  Varsavia 1878- Treblinka 1942 , poeta, medico, educatore morto a Treblinka nel 1942 con i “suoi bambini” (200 bambini ospiti della Casa dell’Orfano che Korczak dirigeva a Varsavia da 30 anni).