ESSERE SAGGI, VUOL DIRE SMETTERE DI CREDERE AI SOGNI
La vita non è mai come la si immagina nei tempi rosei, quelli belli, pieni di amore, di gioia, di bellezza, di gioventù, di illusioni, di traguardi.
Sono cresciuta nella delusione, tra esperienze non edificanti e direi anche immensamente immeritate, negative, senza esultanza, senza felicità.
Sto imparando a non credere più al buono delle persone, alla gioia di vivere, ai sogni realizzabili, agli atti buoni e segreti che tanta gente mi dovrebbe fare, per farmi stare bene, e che puntualmente disattende.
Sono qui. Ho smesso di credere ai sogni.
Ho smesso di credere. Punto.
Oggi si è macinato l'ennesimo sogno. Nessun aiuto, soltanto miseria emotiva e spirituale. Nessun senso di redenzione. Sono tornata a casa piangendo. Ho scritto una lettera in segreteria. Non mi importa nulla della risposta, non la avrò e se la avrò, non sarà il sogno che vorrei io. Ho scritto una lettera di addio, sostanzialmente. Ma questo, lo so soltanto io. Era il mio sogno, ma c'è chi non mi ha mai sostenuta abbastanza, da mettermi le ali per farmelo realizzare, c'è chi mi ha spezzato le gambe e mi ha impedito di camminare e se n'è fregato di me. Sono rimasta sola a pensarci, a quel giorno della mia laurea, sola a crederci per tanto tempo. Troppo tempo.
Oggi era il momento, il giorno, l'ora giusta per chiudere anche questo capitolo sciacalloso e doloroso.
FINE, oggi.
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