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giovedì 31 gennaio 2019

Beh, certo, oh sì


''I due sostegni più forti per sostenervi e camminare per la strada del Cielo sono i Sacramenti della Confessione e Comunione. Perciò guardate come gran nemico dell’anima vostra chiunque cerca di allontanarvi da questi due Sacramenti.''

San Giovanni Bosco ( 1815 - 1888 ) al secolo Giovanni Melchiorre Bosco Sacerdote

































martedì 22 gennaio 2019

Lettera a Cristina
Di Gabriele Romagnoli

Cristina ama ancora Marco. E aspetta. Aspetta una lettera. Otto anni fa, quando lei si dichiarò durante una telefonata e lui la respinse con cortesia, gliela promise. Disse che le avrebbe scritto per chiarire meglio i suoi sentimenti e le sue sensazioni. E lei ha aspettato quel chiarimento. Ogni giorno. Da otto anni. Ha avuto poche occasioni per rivedere Marco: una cena per il quinquennale della maturità, il matrimonio di qualche vecchio compagno di scuola. Ogni volta glielo ha ricordato: "Aspetto sempre quella lettera". Lui ha sorriso, gentile. Un cenno del capo, come per rassicurarla. Sentimenti e sensazioni, forse ancora poco chiari. Adesso Marco è un medico, si è fatto crescere una barba che non portava ai tempi del liceo.

È un uomo, davvero. Cristina non è riuscita a laurearsi. Troppi esaurimenti nervosi. Ha dato tre esami di Storia antica poi ha chiuso con l'università. Lavora nell'ufficio di una società di ricerche. Sei ore a inserire dati nella memoria di un computer e poi a casa dai genitori. La stessa cameretta del liceo. Stessi libri. Stessa speranza: Marco. O meglio, una lettera di Marco. Che chiarisca sentimenti e sensazioni.

Oggi è tornata prima dal lavoro. Ha salutato le colleghe alle undici. Si sente sfinita. Un'emicrania devastante. Guarda la cassetta della posta. Una lettera. Riconosce subito la calligrafia sulla busta: Marco. Le ha scritto. Corre, ascensore. Entra in casa e va subito in camera. Apre la busta:


Marco Lenzi e Giovanna Morini
annunciano il loro matrimonio
Sabato 4 ottobre ore 16
Chiesa di San Secondo


(copyright Mondadori)

(29 novembre 2000)


http://www.repubblica.it/online/navi_in_bottiglia/lettera/lettera/lettera.html?ref=search 

sabato 19 gennaio 2019



CONVEGNO SCUOLA INCLUSIVA, WORKSHOP E PROGETTI

di Tindara Rasi




Si è svolto oggi il convengo "La Scuola inclusiva", presso l'aula magna del Polo Liceale Pietro Aldi, e dell'Istituto Classico di Grosseto, con laboratori per insegnanti centrati sul fare pratico in presenza di alunni autistici e stranieri. La dirigente Renata Mentasti dell'Istituto Comprensivo "Pietro Leopoldo di Lorena Granduca di Toscana" di Roccastrada, istituto capofila del "Progetto Margherita", ha aperto e poi sintetizzato i lavori. Antonella Gedda, dell'Ufficio VII di Grosseto, insegnate di filosofia e storia, ha fatto un excursus su definizioni, normative e leggi relative all'handicap, fino alla legge 104/92, una legge quadro che interessa tutto e tutti: Asl, settore lavoro, Ministero dell'Istruzione. Gli ambienti successivi all'ambito scolastico, dove generalmente un ragazzo/a autistico rimane potenzialmente fino a 22, 23 anni, devono infatti ruotare in maniera inclusiva e a tutto tondo nella sua vita. 
Giacomo Spampani, docente, ed Ettore Caterino, neuropsichiatra infantile, hanno parlato di lettura delle competenze reali partendo dal presupposto che bisogna promuovere consapevolezza e cultura in tutti gli attori coinvolti, al fine di far cogliere le effettive specificità dei ragazzi BES o DSA, e dunque di saperle valorizzare nella loro originalità, individualità e potenzialità, come specificum personale. Non ci sono di fronte soggetti astratti da indottrinare, ma persone concrete con talenti da potenziare. Ecco perchè è necessario usare in maniera condivisa e mirata protocolli Coping Power, metodologia di Cooperative Learning , peer education, classi capovolte, circle time, guanti weerable, libri in simboli BLIS, percorsi con comunicazione CAA, lingua LIS, ecc., da parte di tutti i colleghi, resi "competenti" alla pari dell'insegnante di sostegno specializzato: assistenti, collaboratori, insegnanti curriculari, terapisti, ecc. Anche l'intera classe alunni deve essere coinvolta, sia per creare un lavoro "ponte" adeguato, sia per garantire l'acquisizione di fondamentali competenze di relazione ed autonomia, attivanti i neuroni specchi degli alunni. Ma soprattutto è fondamentale l'interazione con la famiglia d'origine, perchè sono i genitori che conoscono le caratteristiche di base dei loro figli per esperienza diretta e che possono comunicarle agli insegnanti e ai terapisti prima ancora delle osservazioni documentali. In ogni caso, si tratta sempre di buone prassi, tese ad evitare lo stigma silenzioso che porta ad "aspettarsi di meno" da questi ragazzi.
Altrettanto importante dell'ambiente sociale adeguato e supportante, è la creazione di ambienti di apprendimento che abbiano una stabilità nel tempo ed una estetica funzionale mirata, con un ripensamento riguardo a nuovi modelli di aule scolastiche.
Durante il convegno è stato presentato in piattaforma il "Progetto Margherita", promosso dalla Asl Toscana in accordo con gli Uffici Scolastici Provinciali di Grosseto, Siena e Arezzo, al quale in meno di tre anni, hanno aderito 23 scuole. Il Progetto ha suoi materiali e sequenze operative, in parte riservati alle scuole della rete del progetto stesso, e in parte visionabili sul sito di riferimento con libero accesso per gli utenti lettori.
Nel pomeriggio, durante i workshop, sono stati attivati quattro laboratori attivi. Il primo, guidato dall'insegnante Elisa Poggianti, "Pensare con le mani: geometria inclusiva", ha proposto attività sui geopiani di Gattegno. Il secondo, "I primi cinque drammatici minuti nella creazione di una canzone", di Piero Bronzi, ha riguardato attività specifiche per la Scuola Secondaria di primo grado. La proposta di Nadia Cialfi ha invece preso in esame "Disabilità, gioco e robotica", con l'assemblamento fisico di robot a partire da mattoncini Lego, fino ad arrivare all'uso di App come Lego Boost per far funzionare i prodotti finali. I robot realizzati direttamente dalle mani delle insegnanti, sono stati attivati su percorsi cartonati nell'area esterna delle aule, tramite tablet touch, e ne è stato spiegato il possibile uso con bambini autistici.
Il workshop specifico per la scuola d'Infanzia, dal titolo "Competenze interculturali per gli insegnanti della scuola dell'Infanzia", è stato infine condotto da Alessandra Pasquini e da Francesca Mori, due insegnanti delle scuole di Ribolla coinvolte nel progetto Erasmus dell'Istituto di Roccastrada. In questo caso, è stato illustrato il progetto sulle fiabe che ha previsto la messa a confronto di storie inedite della tradizione italiana, con fiabe straniere, sempre inedite, veicolate in aula dai genitori dei bambini di altre nazionalità presenti nelle sezioni, coinvolti nella narrazione delle fiabe popolari del proprio stato di origine. L'uso di storytelling tradizionali - nello specifico appunto di fiabe, che secondo lo studioso Propp sono caratterizzate dall'avere una "tipologia" strutturale con connotazioni specifiche, ma simili in tutta l'area mediterranea - è stato messo al servizio di una implementazione dell'approccio multidisciplinare ed olistico. Lo stretto rapporto con enti territoriali che promuovono le tradizioni locali grossetane, ma anche il coinvolgimento Erasmus di Lituania, Spagna, Romania, ha permesso una singolare interazione inclusiva, fino ad arrivare alla realizzazione di guide per insegnanti e genitori, pubblicate sul sito tik.pixel. L'intero progetto sulle fiabe delle insegnanti di scuola d'infanzia, corredato dalle attività pratiche e dai video sui laboratori attivati in aula, sarà prossimamente pubblicato nella guida online del sito di riferimento Erasmus, sotto la voce Modulo 3 "Cooperation with families and caregivers".
Copyright © Tindara Rasi




domenica 13 gennaio 2019

CONTRO OGNI TIPO DI VIOLENZA ANCHE ECCLESIALE

O Dio ricco di grazia,
Tu sei la fonte di ogni umana dignità;
per la tua grazia e la tua potenza le parole di Anna
trasformarono il cuore del sacerdote Eli;
per la tua grazia e la tua potenza
le parole della donna Cananea mossero Gesù a guarirle la figlia.
Mentre cerchiamo di raggiungere l’unità della Chiesa,
donaci il coraggio di rigettare ogni forma di violenza contro le donne
e di celebrare i doni dello Spirito che le donne portano al servizio della Chiesa.
Ti preghiamo per Gesù Cristo nostro Signore,
che vive e regna con te nello Spirito Santo
un solo Dio nei secoli dei secoli.
Amen.


domenica 6 gennaio 2019

BETLEMME A SCANSANO, LA SCUOLA D'INFANZIA VINCE IL SECONDO POSTO
di Tìndara Rasi
Copyright © Tindara Rasi
    Il concorso "Facciamo il presepe", bandito a Scansano, a cura dell'Associazione no-profit "La città del pane", in accordo con la pro-loco, con la parrocchia di Scansano guidata da don Emanuele Bossini, e per volere della Commissione Comunale Cultura, è giunto al suo epilogo il 5 gennaio. Per il settore scuole, è stata decretata vincitrice la scuola Primaria di Scansano, con un'opera presepiale in pasta, realizzata dagli alunni e dall'insegnante di religione Tamara Cerboni, mentre seconda sul podio è salita la Scuola d'Infanzia di Scansano, facente parte anch'essa dell'Istituto Comprensivo Grosseto 6. Nella stessa giornata, altre vincite sono state decretate per la creatività in vari settori. La premiazione è avvenuta presso i locali delle ex-scuole primarie del paese, alle 16.00. I quasi sessanta alunni delle tre sezioni di Scuola d'Infanzia coinvolte, Sezione Blu, Sezione Gialla e Sezione Rossa, coadiuvati dalle insegnanti Simonelli, Rossi, Monti, Rasi, Filippini, Menichetti, hanno realizzato nel mese di dicembre due elaborati tridimensionali, partendo dall'impressio evangelico di fondo, per arrivare all'expressio attuale. Nello specifico, hanno costruito: un diorama della Natività, riciclando cartoni delle uova e rotoli di carta igienica, trasformati per l'occasione in un paesaggio Mediorientale e nella raffigurazione della Santa Famiglia e dei Re Magi; e un libro-Natività che, aperto, conteneva al suo interno la grotta e la location dell'evento evangelico rispondente alla nascita della cristianità. Il concorso prevedeva infatti la realizzazione di temi legati al Natale e ai tòpoi tradizionali della nascita di Gesù.
    "Siamo molto felici di questa vittoria! I bambini sono stati bravissimi!", questo il commento delle insegnanti coinvolte nel concorso. "Non ce lo aspettavamo davvero!"
    La premiazione si è svolta di fronte alle autorità cittadine di Scansano e alla presenza di alcune delle insegnanti coinvolte, verso le 16.00. La scuola primaria e la scuola d'infanzia riceveranno alla riapertura lunedì, buoni spesa spendibili presso una cartoleria cittadina, relativi all'acquisto di libri e di altri materiali di facile consumo.
    Copyright Tìndara Rasi
    CAMPIONARIO EPIFANICO TRA ORIENTE ED OCCIDENTE 


      Il 6 gennaio è una data importante. In Italia si festeggia l'Epifania, letteralmente l'apparizione, l'arrivo dei tre Re Magi, venuti dall'Oriente, che vedono per la prima volta il Bambino Gesù, ai quali "appare" per la prima volta l'Emmanuele. Tra i riti pagani più celebri, c'è, tuttavia, quello della Befana, una vecchina benefattrice dai capelli bianchi che nella notte trasporta doni nella sua calza: dolcetti a tutti i bambini buoni e carbone a quelli cattivi. Si tratta di una tradizione esclusivamente italiana, molto sentita in tantissime città italiane, rito propiziatorio solstiziale che enfatizza il passaggio dal vecchio al nuovo, segno liminale dall'anno storico che mai più ritornerà a quello nuovo, da vivere ancora. 
      Ma nel resto del mondo cosa accade? Nel nostro "oriente" visto dall'Italia, e nel nostro "occidente", oltre i gradi astronomici visibili al nostro occhio nudo, come si vive questo capodanno epifanico?
      Due periferie sotto gli occhi del mondo credente, due poli estremi, festeggiano la "befana" e i Re Magi in modo cristianamente-paganamente originale.

      UCRAINA
      Innanzitutto, l'Ucraina, il nostro "Oriente", visto dalla penisola italica.
      Si tratta del secondo stato europeo più grande dopo la Russia, per estensione territoriale. Separata dalla repubblica federata dell'U.R.S.S. dal 1991, dal 27 giugno 2014 fa parte dell'Unione Europea a tutti gli effetti. Ucraina significa "sul confine" alla "periferia", al "limite", ed è il confine tra l'Est Europa e la Russia, l'Oriente. In questa terra, miscuglio di tante civiltà (tatari di Crimea, russi, romeno-moldavi, ungheresi, Rom, Azeri, Gagauzi, Caraiti, ecc.) e di tante religioni diverse (Chiesa ortodossa del Patriarcato di Kiev e Chiesa Ortodossa del Patriarcato di Mosca; Chiesa autocefala; Chiesa greco-cattolica ucraina; Chiesa cattolica-romana; e ancora ebrei, musulmani, protestanti, giudeo-ortodossi, ecc), si è verificato un avvenimento importantissimo. Dopo 332 anni, la Chiesa ortodossa dell'Ucraina si è separata, con uno scisma a tutti gli effetti, dalla Chiesa di rito moscovita della Russia, e dunque, in definitiva dalla Chiesa Ortodossa tradizionale, facendo "chiesa  a sè".  Ieri, durante la Vigilia della Divina Liturgia di Santa Teofania, cui segue il suggestivo rito della Grande Santificazione delle Acque, il Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, alla presenza del Presidente dell'Ucraina Petr Poroshenko, del presidente della Verkhovna-Rada Andriy Parubiy, e di altre autorità, ha firmato il cosiddetto Tomos, un documento che ha decretato ufficialmente l'autocefalia della chiesa di Kiev, chiesa il cui capo è da adesso in poi il Metropolita Epifanio. La Chiesa di Kiev, la cui Metropolia era stata sottoposta alla giurisdizione di Mosca nel lontano 1686 dal Patriarca Ecumenico Dionisio IV, non si è mai voluta assoggettare alla giurisdizione del Patriarcato di Russa, guidato adesso dal Metropolita Onufrij (Berezovskij), e dunque i vari presidenti ucraini avevano più volte tentato la separazione, oggi ufficialmente firmata. Infatti già dal 1995 il Patriarcato di Kiev, con a capo Filaret (Denisenko), così come nel 1991 la Chiesa autocefala fondata dal Vescovo Makarij (Maletic), si erano ufficiosamente discostate dalla Russia, venendo per questo "scomunicate".  Gli anatemi della scomunica sono stati rimessi e la decisione del 1686 che li aveva incorporati alla giurisdizione Russa, è stata revocata. Bartolomeo I era considerato fino ad ora "primus inter pares", ma la Russia aveva da tempo interrotto la comunione eucaristica con Costantinopoli, quindi a maggior ragione lo farà dopo questa decisione riguardante Kiev, che rende autonoma la quindicesima chiesa locale ucraina, autonomia non accettata dalla Russia e considerata addirittura "folle".
      Il 6 gennaio 2019, comunque, Santa Teofania (il nostro Battesimo del Signore), per gli Ucraini rappresenterà da ora in poi una data storica, con la speranza che non si inneschi una guerra tra le due nazioni per dispute teologiche e religiose. Il 7 sarà il primo vero Natale per gli ucraini di Kiev, nel senso effettivo di una "nascita" nuova. 
      In Ucraina, più che la Befana, è famoso invece Svyatyy Mykolay (o Sviatyij Mykolai), cioè San Nicola, che porta regali ai bambini buoni o un ramo di salice se hanno bisogno di un monito per migliorare il loro comportamento. Lo si aspetta il 19 dicembre, oppure, seguendo il calendario romano, esattamente il 6 dicembre, festa del Santo vescovo. I russi lo festeggiano il 22 maggio. Did Moroz, cioè una sorta di Babbo Natale, si presenta invece a Capodanno, vestito con una pelliccia lunghissima, stivali, barba bianca, bastone magico. Viaggia su una carrozza, talvolta accompagnato dalla fanciulla delle nevi vestita d'argento e con la corona-fiocco di neve, sua nipote Snihuronka. La Befana, in tutto ciò, non è presente. Il 7 gennaio è Natale ortodosso; il 13 è fine anno, il Malanka con i koliadky ("candele"), i canti della notte; il 14 è capodanno (Vasyl), con gli shedrivky ("generoso") del giorno dopo e dell'Epifania;  ma la tradizione russa, dettata dal calendario giuliano e non da quello gregoriano romano, chissà da ora in poi quanto sarà rispettata.
      Malanka, cioè Melania, è una ragazza, figlia della Madre Terra, rapita dal diavolo e rilasciata ogni primavera, ogni "anno nuovo". Ricorda la nostra Persefone greca o Proserpina romana. In qualche modo è anche la nostra Befana, che segna il trapasso rituale dall'anno vecchio a quello nuovo. Epifania è esattamente questo: tre Magi che, venendo dall'Oriente, da dove "nasce il sole" da dove nasce la nuova era, trovano la "novità" e segnano l'inizio di un nuovo avvento, quello storico-cristiano. Anche se gli ortodossi parlano, più precisamente, di Teofania, senza altro riferimento al altro se non la vicenda battesimale di Gesù.


      MESSICO
      Il Messico è la tappa dell'Occidente italiano, dell'Ovest del "nostro" mondo, terra conosciuta per la folkloristica festa del Dia de los Muertos e più recentemente per il passaggio dei migranti che puntano alle frontiere USA, provenenti da Honduras, El Salvador e Guatemala.  Di tradizioni cristiane, sia Las Posadas che la Misa del Gallo della Nochevieya (fine dell'anno), lo dimostrano, si arriva ad una festa altrettanto importante teologicamente parlando, quella dell'Epifania. In questa occasione, definita "Fiesta de los Reyes", sfilano i Tres Reyes, i Re Magi per le vie del Paese, come accade a Firenze, e i bambini ricevono i regali, invece che a Natale. La caratteristica principale di questa festa è però la cottura della cosiddetta "Torta Rosca de los Reyes", o semplicemente "Rosca de Reyes" o "Roscòn de Reyes", una sorta di corona fatta di pasta di pane, che contiene al suo interno simboli religiosi e folkloristici specifici. Si tratta di un circolo perfetto come le nostre Corone d'Avvento, che simboleggia Dio Alfa e Omega, Dio senza fine nè inizio, che sussiste sempre. E' un pane, dunque forte è il richiamo al simbolo eucaristico. I frutti secchi contenuti al suo interno e sulla crosta, sono segni, gemme, pietre che rappresentano la gioia dei Re Magi, al trovare Gesù. Ma gioia di ogni bambino, è cercare al suo interno il punto esatto dove si annida nascosto un Bambino Gesù in miniatura. La simbologia espressa è proprio quella del nascondimento di Gesù, da parte dei suoi genitori in fuga, per scampare dalle mani di Erode. Lo stesso "nascondimento" che operarono i tre Re Magi, affrettando il loro ritorno in Oriente per vie traverse, senza ripassare da Erode che aveva loro richiesto di fargli sapere, se lo avessero trovato, dove era nascosto il Bambino divino. I Re protestanti, non si erano lasciati ingannare e avevano deciso di non svelare quel segreto, portandolo con sè. Avevano consegnato oro (Melchiorre), incenso (Gaspare) e mirra (Baldassarre), ma avevano ricevuto in dono la capacità di "contenere" Dio nelle loro mani e nelle loro menti, e questo tesoro non avevano voluto condividerlo con chi avrebbe potuto depredarlo all'umanità, all'orizzonte umano dei futuri credenti cristiani.

      Copyright © Tindara Rasi

      martedì 1 gennaio 2019

      La Via prosegue senza fine
      Lungi dall'uscio dal quale parte.
      Ora la Via è fuggita avanti,
      Devo inseguirla ad ogni costo
      Rincorrendola con piedi alati

      Sin all'incrocio con una più larga
      Dove si uniscono piste e sentieri.
      E poi dove andrò? Nessuno lo sa.


      La Via prosegue senza fine
      Lungi dall'uscio dal quale parte.
      Ora la Via è fuggita avanti,
      Presto, la segua colui che parte!
      Cominci pure un nuovo viaggio,
      Ma io che sono assonnato e stanco
      Mi recherò all'osteria del villaggio
      E dormirò un sonno lungo e franco
      Voltato l'angolo forse si trova
      Un ignoto portale o una strada nuova;
      Spesso ho tirato oltre, ma chissà,
      Finalmente il giorno giungerà,
      E sarò condotto dalla fortuna
      A est del Sole, ad ovest della Luna.


      Tolkien