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20 GIUGNO 2003
IL SUONO ZEN DELLA PIOGGIA
–Vento di tempeste,
di nubi che trovano sollievo da quel tango
accoccolandosi tra le ginocchia dei crinali.
– Tuoni
tuoni che rubano parole,
che prendono a schiaffi le corde vocali.
– Lampi
ferite, morsi, che deturpano la notte
– e notte.
Notte che viene amplificata dai rumori
centellinando luci di lampioni,
abrogando luna, stelle, cimiteri astrali,
non lasciandosi forare da colori...
Così mi sento in questo vuoto esistenziale
– perché non prendo sonno
e la mia fronte ribolle di parole giuste da assemblare
– perchè non trovo Zen,
e neanche intrecci, e consuetudini d’amore...
Sbatte un’altra volta l’imposta, la tapparella, la bandiera,
cigola l’aria in attesa di frescura...
poi tutto si congela.
Gocce cicatrizzano vetrate
– quiete:
(tu) giunto sull’argine del letto
(tu) pioggia e Zen di questa notte edace –
– e la mia mente si ristora sul lembo di un guanciale
– anche là dentro finalmente
– pace.
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