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giovedì 21 dicembre 2017


SOLSTIZIO E TEMPORA D'INVERNO

Oggi non è solo il solstizio d'inverno, ma è anche il mercoledì della Tempora d'inverno...
La Messa in rito ucraino è sempre l'effetto giusto, bianco, natalizio, per questa seconda ritualità.
Natale sarà il 7 gennaio. 
Intanto, il coro al Padre riempie le arcate.


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LA CUCCÌA DI SANTA LUCIA

Sperimentando ricette....


Lucia, nome che rimanda alla "luce" e al passaggio delle fasi solari, con particolare riferimento al solstizio d'inverno, in Sicilia non è solo una delle tre Sante più importanti (assieme a Santa Rosalia, a Palermo; e a Sant'Agata a Catania), ma è anche una festa gastronomica. La "cuccìa" la fa da padrona. Esistono due versioni, di questa ricetta: una, la tradizionale e più conosciuta, è quella in versione salata, sorta di minestra di legumi e cereali che vanno cotti insieme, in numero di 13, in onore al giorno festivo della Santa; un'altra è il dolce di grano con ricotta o con crema di latte, in uso oggi.
Ma com'è nata questa tradizione?
Narra la leggenda narra che, durante una terribile carestia, dietro invocazione alla Santa siracusana, alcune navi sbarcarono finalmente nel porto di Siracusa – o di Palermo, secondo altre versioni – portando un carico di grano, subito distribuito tra la gente affamata, la quale, per non perdere ancora del tempo per macinarlo e trasformarlo in farina e poi in pane o pasta, lo cucinò intero così com’era.
Per ringraziare la santa, ritenuta artefice del miracolo, il 13 dicembre (data storica della sua morte avvenuta a Siracusa nel 304) in molti comuni siciliani si mangia ancora rigorosamente la cuccìa, abolendo tassativamente per quel giorno pane e pasta come fu il giorno del miracolo leggendario.
La ricetta, nata dalle tradizioni povere contadine e dalla eco araba o russa, era eseguita in occasione delle feste importanti patronali oltre che il 13 dicembre. Per questa prelibatezza, si racimolavano tutti i rimasugli di ingredienti stagionati che si avevano nelle dispense di campagna, e dunque si faceva la "cuccìata", cioè la raccolta dei pezzettini, della minutaglia, delle più piccole cose, delle granaglie in cocci piccini, per fare un pasto finalmente ricco e abbondante, a differenza degli altri giorni. Ecco le due versioni.


CUCCÌA SALATA


INGREDIENTI
La ricetta della "cuccìa" salata prevede la preparazione di 13 ingredienti scelti tra legumi e cereali, dando la priorità a frumento oppure a mais, che devono essere, in proporzione, in quantitativo molto maggiore rispetto agli altri ingredienti.
Eccone un elenco: lenticchie, ceci, cicerchie. farro, fagioli, fave, grano saraceno, mais, orzo, lupini, riso, frumento, avena, e ancora carrube, piselli secchi, miglio, quinoa, sorgo, segale....
Si possono aggiungere anche castagne secche, patate...e tutto ciò che la dispensa di casa, in questo senso, permette di trovare.
PREPARAZIONE
Un paio di giorni prima di preparare la cuccìa, si ammollano 13 i legumi e i cereali da usare, cambiando l'acqua in base a necessità, una, due volte al giorno. Dopo macerati, cercando di rispettare i tempi di cottura dei vari ingredienti, si procede alla loro cottura con acqua, sale, e volendo aggiunta di odori come aglio, cipolla, sedano, foglie di lauro, ecc. La cottura era un tempo effettuata sul fuoco e in tegami di coccio, e per sua stessa natura richiede dunque di essere effettuata a fuoco lento anche per quattro, cinque ore di seguito, fino a che tutti gli ingredienti non risultano cotti e l'acqua assorbita quasi del tutto.
Pronti i tredici legumi e cereali, si impiatta il tutto in piccole zuppiere, condendo con un semplice filo d'olio.
La tradizione rifiuta l'accostamento di pane e pasta, ma, a piacere, si può mangiare la minestra con fette di pane abbrustolito e si può aggiungere una spolverata di grano grattugiato.


CUCCÌA DOLCE


INGREDIENTI
Da 400 gr a 600 gr di grano, oppure di mais
Altrettanti grammi di ricotta di pecora (400 gr o 600)
200 gr o più, secondo il proprio gradimento, di zucchero
A piacere: cannella, canditi, cioccolato fondente, pistacchi tritati, ecc.
PREPARAZIONE
Il grano o il mais vanno ammollati per più di un giorno, poi cotti per un tempo che può variare da due a otto ore. Amalgamare la ricotta con lo zucchero e gli altri ingredienti, unire il grano cotto o il mais e mettere in frigo fino al momento di servire.

La stessa ricetta può essere fatta amalgamando i cereali con crema al latte o con crema al cioccolato al posto della ricotta di pecora. La crema al latte può essere fatta con 500 ml di latte fresco, cotto con amido (50 gr) e 150 gr di zucchero; vaniglia, zeste del limone giallo. Per quella al cioccolato, si aggiunge il cioccolato fondente a scaglie, in abbondanza.

Articolo e ideazione della tematica trattata sono soggetti a Copyright © Tìndara Rasi
Immagini tratte da internet

martedì 12 dicembre 2017

Sognare

SAN GIUSEPPE

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San Giuseppe vecchierello, 
cosa avete nel cestello?
Erba fresca, fresche viole,
nidi, uccelli e lieto sole!
Nel cantuccio più piccino
ho di neve un fiocchettino,
un piattino di frittelle
e poi tante cose belle!
Mentre arriva primavera
canto a tutti una preghiera:
la preghiera dell'Amore
a Gesù, nostro Signore.










domenica 10 dicembre 2017

INFORMATICA: 
COME INSTALLARE L'AMORE


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Assistenza tecnica: - “Salve, come posso aiutarla?”
- “Mmmmm…. Ho pensato di installare di nuovo l’Amore. Mi può aiutare?”
- “Certamente. Se è pronto, possiamo farlo adesso.“
- “Penso di si. Da che cosa inizio?”
- “Prima di tutto, apra il “Cuore”. Lo sa dove ce l’ha, il Cuore?"

- “Si, ma posso installare l’Amore se lì ho anche altri programmi?"
- “Quali programmi ha attivi?“
- “Eeeeeeh… Ho “I vecchi rancori”. “La bassa autostima”. “La delusione e la frustrazione”
- “I vecchi rancori” non sono un problema, l’Amore li sposterà gradualmente dalla memoria ma conserverà come i file temporanei. Lo stesso dicasi della “Bassa autostima”. Ma lei deve cancellare “La delusione e la frustrazione”, perché ostacolano installazione del programma."
- "Ma non so come cancellarli.”
- “Allora, vada al menu Start e provi a cliccare il “Perdono”. Clicchi finché non si cancelleranno “La delusione e la frustrazione.”
- “Oh, ok! Ci sono. E’ iniziato, da solo, il download dell’Amore.. E’ normale?”
- “Si, ma è un programma di base, l’upgrade finale aggiunge “Altri Cuori”.
- "Mi scrive “Errore. Il programma non funziona con i componenti interni.” Che significa?”
- “Significa che l’Amore già funziona con i componenti interni ma non è ancora nel suo Cuore. Per farlo, deve iniziare ad amare se stesso.”
- “Che devo fare?”
- “Clicchi su “Auto accettazione” e poi carichi i file “Auto perdono” ed “Essere consapevoli dei propri pregi e difetti”.
- “Fatto”.
- “Ora copi tutto nel “mio cuore” e il sistema provvede. Però deve cancellare a mano, da tutti i menu, “L’autocritica verbosa”, e svuotare il Cestino. Non carichi mai più “L’autocritica verbosa.“
- “Ci sono! Il “Mio Cuore si sta riempiendo di nuovi file. Vedo il “Sorriso”, “L’equilibrio dell’anima”. Succede sempre così?”
- “Non sempre… a volte serve più tempo. Un dettaglio solo: “L’amore” è un software gratuito. Ma per farlo funzionare deve regalarlo agli altri e loro vi regaleranno le loro versioni…”

Criografie
Menetti@Nanni
alias Luciano Nanni

Nanni Menetti (nome de plume), ex insegnante di Estetica e Semiotica dell'arte presso l'Università di Bologna, investe le sue energie nel mondo delle arti visive e della poetica. Le sue numerosissime opere artistiche sono conservate in gallerie e collezioni, sia private che pubbliche. Ha ideato, per sua stessa ammissione, le CRIOGRAFIE, "mia invenzione assoluta", rifacendosi a prodotti della natura e del gelo; e le CHIROGRAFIE, arte scritturale trasformata in quadri.
Dice: "Solo conoscendo, si evita l'epigonismo."
E dichiara: "Nelle mie intenzioni le criografie trovano la ragion d'essere... mi ripagano delle delusioni che provavo da bambino quando gli arabeschi delle mie finestre gelate svanivano al sole" (raccontato al Direttore editoriale Luciano Lelli per la rivista Fare l'insegnante).



Chi sono allora io?
I nomi comuni non indicano le cose, a dispetto di quanto si dice su Adamo, ma le relazioni (le funzioni) che intratteniamo con le cose e tra noi. Io sono figlio in rapporto a mia madre, sono padre in rapporto alle mie figlie, sono fratello in rapporto a un altro nato da mia madre, sono professore in rapporto ai miei studenti, sono amico, ecc. ecc.
L'artista non ha mani.


Microviolenza X - a uovo: identità pasquale
2000
20 x 15





Microviolenza I - uovo pasquale: la giostra del senso
1998

20 x 15



Nanni Menetti
Microviolenza III - Chirovassoio
2007

45 x 45






Microviolenza IX - Strappi da Dio
2006

50 x 85




Immagini tratte da:

sabato 9 dicembre 2017

Il Segreto (per Mariele) - Cristina D'Avena, Piccolo Coro & Verdi Note d...


CECITA'
Acromatopsia del Dasein nelle "costruzioni esistenziali grammaticali c'è/ci sono"
di
Tindara Antonina R.








Perchè ESSERCI è verbo con aggiunto il valore CI. 
Un verbo con, all'apparenza, un elemento predicativo, dopo.

E qui si apre la questione.
Questione di parole.
E di somme di parole.

CI  soggetto minore/ CI che non ammette un sintagma nominale in posizione di soggetto.
Oppure di contro, CI espletivo del predicato verbale/Ci predicato dislocato in posizione preverbiale.
Quale regola abbracciare?

Pur sottoposte al setaccio, al criterio scientifico della "falsificabilità" con il metodo induttivo o con quello ipotetico-deduttivo, disquisizioni grammaticali come queste permangono e risultano tutt'altro che esenti da dubbi ed equivoci.
Ogni grammatico e linguista le eviscera da secoli.
Cerca il segreto che contiene alcune parole, per "definirle", sigillarle e incasellarle.
Ma non esistono risposte esaustivamente univoche.
La sfida resta aperta.

Esser-Ci.
Per se stessi/per gli altri.
Essendo.
Forse è questo l'unico assunto positivo esente da sbagli.

Liberamente tratto da un articolo di Laura Azzoni, docente, in "Fare l'insegnante", n° 3, Novembre 2017,  pg. 40


venerdì 8 dicembre 2017


IMMACOLATA TU SEI

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PER DEVOZIONE
TINDARA ANTONINA R.



mercoledì 6 dicembre 2017





CONSAPEVOLEZZA DI CIO' CHE SI E'

"Ci sono vari modi per prendersi cura di una persona...
Le puoi chiedere se ha mangiato, se è coperta abbastanza,
se ha dormito. Oppure, puoi domandarle se è felice, se ha pianto, se ha ancora il cuore spezzato e ha bisogno d’aiuto.
Sono sempre solo parole, ma le prime accudiscono il corpo, le seconde nutrono l’anima"
(Paola Felice)








LA BOTTEGA DEL FALEGNAME

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C'era una volta, tanto tempo fa, in un piccolo villaggio, la bottega di un falegname. Un giorno, durante l'assenza del padrone, tutti i suoi arnesi da lavoro tennero un gran consiglio.
La seduta fu lunga e animata, talvolta anche veemente. Si trattava di escludere dalla onorata comunità degli utensili un certo numero di membri.
Uno prese la parola: "Dobbiamo espellere nostra sorella Sega, perché morde e fa scricchiolare i denti. Ha il carattere più mordace della terra".
Un altro intervenne: "Non possiamo tenere fra noi sorella Pialla: ha un carattere tagliente e pignolo, da spelacchiare tutto quello che tocca".
"Fratel Martello - protestò un altro - ha un caratteraccio pesante e violento. Lo definirei un picchiatore. E' urtante il suo modo di ribattere continuamente e dà sui nervi a tutti. Escludiamolo!".
"E i Chiodi? SI può vivere con gente così pungente? Che se ne vadano. E anche Lima e Raspa. A vivere con loro è un attrito continuo. E cacciamo anche Cartavetro, la cui unica ragion d'essere sembra quella di graffiare il prossimo!".
Così discutevano, sempre più animosamente, gli attrezzi del falegname. Parlavano tutti insieme. Il martello voleva espellere la lima e la pialla, questi volevano a loro volta l'espulsione di chiodi e martello, e così via. Alla fine della seduta tutti avevano espulso tutti.
La riunione fu bruscamente interrotta dall'arrivo del falegname. Tutti gli utensili tacquero quando lo videro avvicinarsi al bancone di lavoro. L'uomo prese un asse e lo segò con la Sega mordace. Lo piallò con la Pialla che spela tutto quello che tocca. Sorella Ascia che ferisce crudelmente, sorella Raspa che dalla lingua scabra, sorella Cartavetro che raschia e graffia, entrarono in azione subito dopo.
Il falegname prese poi i fratelli Chiodi dal carattere pungente e il Martello che picchia e batte.
Si servì di tutti i suoi attrezzi di brutto carattere per fabbricare una culla. Una bellissima culla per accogliere un bambino che stava per nascere. Per accogliere la Vita.

domenica 3 dicembre 2017

...AGGRAPPARSI ALLA MATERIA PER SALVARE LA VITA DALLA CANCELLAZIONE...



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Una volta reciso il collegamento con la trascendenza del modo di concepire la vita, la sete d'eterno che nell'uomo è inestinguibile, si sposta necessariamente nella dimensione dell'immanenza e cerca per abbeverarsi fontane che gettino solo concretezza. [...]  Come è perenne la sete, perenne è il tentativo di estinguerla e man mano che s'attenua, diminuisce, muore la speranza in un'altra vita, diventa virulenta la smania di emergere, mettersi in evidenza, uscire dall'ignoto [....]  Ci vediamo qualcosa di profondo e collegato al senso di precarietà che ha invaso la nostra epoca, forse un tentativo inconscio, se non disperato, di salvare qualche frammento della propria vita dalla sua totale insignificanza, da un senso d'inutilità e dall'oblio, trasferendo tutto in un cielo che appare perenne, chiamato Internet, Web.[....] Non si parla della naturale comunicazione che utilizza questi mezzi per uno scambio di notizie e documenti: si tratta della smania che ha assalito direi l'umanità intera che pare morsa dalla tarantola del miraggio di comunicare se stessi, la propria immagine in tutte le pose, i fatti minimi, le cose insignificanti, quasi minuto per minuto, non accorgendosi che si tratta di un'attività illusoria, che però dà la sensazione di essere.  [...] La grande possibilità di comunicare, unita all'immiserirsi di quei valori che un tempo sostenevano la vita e oggi sono disprezzati, il bisogno di arrivare subito e senza fatica, di concretizzare in beni e danaro i talenti, hanno diffuso un'idea aberrante: che non vi sia vita degna d'essere ritenuta tale se non quella che in qualche modo emerge nella considerazione, nel successo, nella posizione preminente che si manifesta nei video e altrove: è visibile. [....]  In questo ambiente la scienza ha offerto mezzi strepitosi [...] ...l'ultima è il selfie, l'autoritratto digitale realizzato con ogni mezzo che la tecnologia mette a disposizione: piccole fotocamere, webcam, tablet o più comunemente l'onnipresente telefonino. Il selfie ha attecchito ovunque: in tutte le classi d'età, in tutti i livelli sociali, in ogni tipo di cultura. [...] La smania di eternarsi (già usava dire da tempo scherzosamente eternare qualcuno per fargli una fotografia) ha abolito il tempo che un giorno si dedicava alla conversazione, alla lettura, al piacere di guardarsi intorno, di guardare il mondo, camminare, interessarsi affettuosamente a chi ci sta o ci passa accanto.
CARLO LAPUCCI
in Toscana Oggi, n°42, pg.18, anno 2017

AZIONI ETICHE o BISOGNI PRIMARI?





La motivazione è la base di ogni apprendimento.
Ma come rafforzarla?
E' facile ottenere tutto con le caramelle, per riflesso istintivo, per soddisfazione di livelli bassi di  motivazione, in un'aula.
Ma il vero apprendimento, per quel che mi riguarda, si acquisisce quando i bambini diventano capaci di automotivazione, quando fanno leva, supportati dall'insegnante, su passione, piacere di fare, desiderio di apprendere, sul salire di livello personale volta dopo volta, su fare azioni etiche per il bene collettivo e non per sfide o per competitività, su essere persone di valore per "esserlo" e non per ottenere dei premi, sul valorizzare il proprio dinamismo, la propria progressione umana, sull'apprendere per il piacere della conoscenza, sul cercare la serenità e non l'approvazione altrui, facendo leva sulle motivazioni "interiori" personali e non su sollecitazioni esterne della maestra che regala contentini.
Mi dissocio da questo tipo di didattica.
Ma so bene, con mio dispiacere, che vince chi adotta questa "metodologia" didattica, piuttosto che la mia!
Ai bambini garbano le caramelle. E garbano le maestre che le danno, non certo quelle che puntano più in alto nei bisogni motivazionali della piramide, lavorando affinchè loro costruiscano davvero il "se" personale di valore ontologico. Noiosità disciplinari, didattiche, non immediate, non divertenti, queste ultime... Meglio avere caramelle.
Purtroppo, aggiungo.
Purtroppo.



Tìndara Rasi
Articolo e ideazione della tematica trattata sono soggetti a Copyright © Tìndara Rasi.
Foto tratta da internet

sabato 2 dicembre 2017

Margaret Price "Lo spazzacamino" Verdi

AVETE VISTO LO SPAZZACAMINO NEL CAMINO?
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"Come si chiama un uomo che vuole abbracciare uno spazzacamino?"
"Un santo" 
Padre Brown

lunedì 27 novembre 2017







NON E' COSI'
SI RIPETE LA STESSA STORIA: CATECHISMO...NON MI E' PERMESSO FARE...

OPERA DI CARITA'

Se hai due soldi, compra il pane con il primo e un fiore con il secondo.
❖ Proverbio giapponese ❖

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domenica 26 novembre 2017


PATTERN: LA DIDATTICA RICORSIVA
Repetita iuvant


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La didattica ricorsiva fa proprio il ciclo ripetitivo, sempre più ampliato, di stessi concetti- chiave o nuclei tematici. Partendo da uno sfondo integratore unitario, si procede alla riutilizzazione e ripresentazione in chiave sempre più potenziata e rafforzata, di una parola, di una frase, di un concetto, di un’idea, come in una sorta di riflesso infinito o di spirale ricorsiva.
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In un continuo “corri e ricorri”, si impara più velocemente e si ricorda più facilmente. La ricorsione didattica agevola dunque gli apprendimenti e nel contempo rende più simpatica e accattivante una lezione 

didattica. Nella scuola dell’infanzia esistono autosimilarità già note ed usate, come nella filastrocca con ricorsione semantica “C’era una volta un re”, nella quale si ricorre ciclicamente allo stesso concetto; o quella della canzone con ricorsione sintattica “Alla fiera dell’Est” di Branduardi, nella quale si ripresenta la stessa frase iniziale ampliata poi dei vari passaggi semantici ripetuti e sintetizzati in un parola (acqua, fuoco, bastone, cane…). Ma anche il ripetere ciclicamente i passaggi stagionali o riproporre attività già effettuate qualche tempo prima o un anno prima, per completare un progetto avviato ma non concluso, sono ricorsi che si rispecchiano in questa modalità didattica innovativa nella definizione sebbene in nuce già ampiamente adottata da ogni insegnante.
Sono svariati i campi nei quali la ricorsione viene usata, ed è da questi campi che prende spunto la didattica ricorsiva in ambito scolastico.

A livello linguistico, poetico e letterario, il ricorrere di termini aiuta a creare testi coesi, rime, consonanze e dissonanze, allitterazioni con l’uso di una stessa consonante più volte.
Se una parola viene ripetuta all’inizio della frase, sempre la stessa, si parla di anafora. Un esempio di anafora è quello dato da Gianni Rodari nella poesia “Giovannino Perdigiorno”:
Se si ripete una parola alla fine della frase, si parla invece di epifora, come nella canzone “Oh quante belle figlie, Madama Dorè”.
L’epanalessi è la ripetizione di una stessa frase, due volte consecutivamente come un rafforzativo. Per esempio quando si dice: “Piano piano, piano piano”.
L’anadiplosi è la ripetizione di una parola tra la fine di una frase e l’inizio della successiva.

A livello grafico, si ricorda la famosa opera “Mani che disegnano” realizzata nel 1948 da Maurits Cornelis Escher. In essa, due mani sembra che disegnino se stesse, secondo il cosiddetto “effetto Droste”, molto usato anche nell’antichità e nella grafica computerizzata moderna.
Anche i mosaici moreschi dell’Alhambra di stile nazarì, sono ripetizioni grafiche di uno stesso disegno, con colori, linee e forme che si rimandano e si richiamano continuamente.

Altro esempio sono i mandala buddisti. In questo caso si tratta di forme geometriche che ricorrono in tondo ingrandendo o diminuendo il loro volume, oppure di altri disegni e schemi che si ripetono con armonia, in successione.

Lo Spirograph permette di realizzare, tramite tondi dentellati, cerchi e curve in una trama sempre più intersecata e fitta, come nelle intersecazioni ed elaborazioni di concetti, che giungono poi, da uno stadio di iniziale separazione e confusione caotica, ad un insieme graficamente unitario e omogeneo. Tramite le rullette delle epicicloipi e le curve ipotrocoidi, si formano infatti composizioni diverse in base ai cerchi dello Spirograph usato, ma tendenzialmente rituali e composte, fino alla formazione di prodotti grafici molto elaborati e di effetto visivo gradevole.
La stessa cosa avviene con la ripetizione di un concetto, magari trasferito in un altro campo di esperienza o in un’altra disciplina, funzionando da trait-d’iunion e incasellando i saperi in un insieme significativo.

La natura ha esempi illustri di ricorsioni, studiati da matematici illustri come Fibronacci. Si parla di armonia dell’universo, di spirali auree. Gli uragani, alcune forme di fiori con la loro disposizione di petali, le conchiglie del Nautilus, il volo a freccia degli uccelli o a spirale dei rapaci, la forma dei broccoli romaneschi, sono esempi naturali conosciuti.

Gli studi dei frattali e oggi il pensiero computazionale, hanno portato ad una visualizzazione grafica e concettuale di tali schemi logici. Si veda ad esempio la felce frattale di Barnsley, il fiocco di neve di Koch, la spugna di Menger, la curva di Peano, la polvere di Cantor, il triangolo di Sierpiński e il tappeto di Sierpiński, l’autosimilarità nell’insieme di Mandelbrot, l’albero realizzato con Scratch.
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La didattica ricorsiva fa propria questa branca di studi, per rendere meno incasellate le conoscenze e collegarle tra loro. Ripetere gli stessi concetti, le stesse routine mattutine con gli alunni dell’infanzia, serve a fornire sicurezza dal punto di vista emotivo e relazionale, capacità mnemonica, rafforzamento di concetti, e funge da ironica ricapitolazione generale nelle autovalutazioni.
Si tratta di una metodologia della quale già si fa uso, senza la coscienza di applicarla realmente come strategia didattica effettiva e con consapevolezza educativa mirata all’apprendimento. In realtà l’appello la mattina o il cartellone del tempo, il circle-time delle emozioni, lo storytelling dei vissuti esperienziali in un dato momento delle attività curricolari, adottano una strategia ricorsiva ritmata e rituale. Lo stesso procedimento si effettua nel far imparare filastrocche, canzoncine, poesie in rima, dal punto di vista linguistico. Ma altrettanta esplicitazione può essere posta nelle attività di apprendimento progettuali, le quali possono essere proposte col ricorrere a ripetizioni linguistiche o a ripetizioni di giochi o di attività in modo volutamente intenzionale.
Questa modalità didattica è stata sistematizzata e definita solo ultimamente, in seguito agli studi di retorica e narratologia commisti al pensiero computazionale di recente introduzione in ambito scolastico.

Articolo, attività didattica, foto,  e ideazione della tematica trattata sono soggetti a Copyright © Tìndara Rasi