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lunedì 16 aprile 2018


Chiesa di San Giuseppe (Grosseto)

a cura di  Tindara Rasi
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 Copyright © Tindara Rasi




Si tratta di un edificio religioso, situato a Grosseto. La sua ubicazione effettiva è nella zona occidentale della città, lungo la via Nazario Sauro, nella circoscrizione Barbanella.

CENNI STORICI

La Chiesa parrocchiale di San Giuseppe, la prima delle chiese parrocchiali di Grosseto, sorse nel 1930  per ovviare alle necessità spirituali degli abitanti residenti nella parte occidentale della città, al di là della ferrovia, che proprio in quei decenni conobbe una notevole espansione verso quella zona periferica. 
Di stile neoromanico, con rosone, colonne, mura in mattoni rossi, e bifore tipiche dello stile in questione per illuminare le tre navate, venne progettata da Ernesto Ganelli negli anni '30 (assieme a molte altre costruzioni religiose che l'ingegniere eresse in quegli stessi anni nella provincia), per ricordare gli ottocento anni dalla elezione, voluta nel 1138 da papa Innocenzo II, di Grosseto come "città" (in precedenza aveva per titolo solo "borgo" di Roselle). Venne ufficialmente consacrata nel 1940. Nella chiesa, all'entrata sopra l'acquasantiera di destra, vi è affissa una lapide che ricorda il passaggio appunto di Innocenzo II qualche anno prima, nel 1133, a Grosseto, accompagnato da San Norberto di Magdeburgo e San Bernardo di Chiaravalle: il papa si accorse in tale occasione che Roselle, sede anche della diocesi, a quel tempo, risultava ormai in decadenza, mentre invece Grosseto rifioriva, e questo lo convinse a modificarne la titolatura con l'invio da Roma, il 09 aprile 1138, del documento "Sacrosanta Romana Ecclesia" (oggi dovrebbe essere conservato a Siena, presso l'archivio della Curia Arcivescovile). A Grosseto, inoltre, proprio il 19 marzo 1133, mentre sostava in città, scrisse anche la bolla che sancì la pace tra pisani e genovesi, la "Iustus Dominus". Ecco perchè, per commemorare questo evento, si decise di erigere una chiesa dedicata proprio allo sposo di Maria, che la liturgia ricorda appunto il 19 marzo.
Dopo la posa della prima pietra, il 27 aprile 1935, i lavori si protrassero per cinque anni, concludendosi all’inizio del 1940. La Chiesa, costruita ispirandosi allo stile romanico, fu intanto eretta a Parrocchia il 19 marzo 1938, sebbene la dedicazione (consacrazione) di essa fu solennemente festeggiata solo il 14 aprile 1940, a lavori ultimati, alla presenza del Cardinal Tedeschini. Quest'anno si sono festeggiati gli ottanta anni di anniversario.

Nel 1988 sono stati effettuati importanti lavori di restauro, a causa dei quali si è reso necessario togliere, per motivi di sicurezza, la copertura a volta e ripristinare le capriate in legno. Padre Angelo Polesello, nello stesso periodo, ristrutturò anche la zona del presbiterio.


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ASPETTO ATTUALE
La chiesa di San Giuseppe si presenta in stile neoromanico.

  • ESTERNO

Sul lato destro dell’edificio religioso si innalza il campanile, suddiviso in cinque ordini, ognuno dei quali presenta aperture proporzionali al piano, con colonnine ed archetti a tutto sesto; sulla parte sommitale che contiene la cella campanaria è presente una pentafora. La parte apicale è chiusa da un tetto a quattro spioventi lievemente inclinati. Le due campane sono del Fonditore Pasqualini, datate 1939. Hanno un diametro di 71 e 51 centimetri. Nel campanile sono presenti anche altre due campane del diametro di 87 e 108 cm. Attualmente è dotato di un sistema campanario elettronico.


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La facciata è ripartita in tre ordini, corrispondenti alle tre navate interne, in ciascuno dei quali si apre un portale d’ingresso architravato, con lunetta decorata chiusa in alto da un arco a tutto sesto con archivolto intarsiato. Nella prima lunetta a sinistra vi è un mosaico di A. Cappelli raffigurante Papa Innocenzo II, nella seconda un altro raffigurante San Giuseppe e la scritta "Ite ad Joseph", sormontato da decorazioni di croci varie, nella terza l'ultimo che ritrae Pio XI. I tre portali di pietra hanno gli stipiti riccamente decorati a intaglio, con forme varie (foglie, pigne, croci, tondi, ecc.). La facciata centrale è più alta rispetto a quelle laterali, ed è illuminata da un rosone di forma circolare, posto sotto il coronamento sommitale, raffigurante Cristo benedicente (visibile controluce dall'interno). Nella parte esterna reca invece la vistosa iscrizione "Paulus Galeazzi, Episcopo, anno jubilaei MCMXXXIV-XXXV (1934-35) ". 
Sui fianchi esterni corrispondenti alle due navate laterali è presente una doppia serie di bifore con colonnine ed archetti a tutto sesto che contribuiscono ad illuminare, dall’alto, la zona centrale interna.
Sul lato sinistro è stata completata una rampa per disabili, poichè la chiesa presenta sette gradini più l'ultimo che corrisponde al rialzo del sagrato stesso.

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  • INTERNO
La chiesa, che sorge su pianta basilicale, ha infatti l’interno suddiviso in tre navate, divise tra loro da 12 colonne realizzate con conci di pietra trachite alternati con filari di marmo rosso e terminanti con capitelli decorativi in alto rilievo (su disegno del Faccendi) che danno l’appoggio alle arcate a tutto sesto. Ognuna delle navate termina con un'abside semicircolare.
Sul lato sinistro, entrando, vi è collocato il fonte battesimale, in cemento e legno, con la statua di San Giovanni Battista nella parte sommitale. 
In entrambi i lati delle navate laterali, sono posti i confessionali in legno.
Le acquasantiere hanno vasche ottogonali con i lati esterni incisi: quella a sinistra, entrando, riporta la scritta "Ganelli" e quella a destra "G. Millanta".
Due capitelli decorativi in gesso, opera dello scultore maremmano Tolomeo Faccendi, insignito del Grifone d'oro nel 1967, sono posti sotto l'altare maggiore, e rappresentano il primo a destra quattro buoi tra foglie di viti, e il secondo, a sinistra un'alternanza di bue alato- leone alato - bue alato - leone alato. La parte presbiteriale, pur essendo area pre-conciliare, non ha più la balaustra, i cui resti sembrerebbe siano stati donati all'atto dello smaltimento e si troverebbero adesso presso abitazioni private.
Le vetrate decorative che ornano i rosoni tondi, ben integrate nell’impianto neoromanico, sono del XX secolo. Furono realizzate dalla ditta di Torino “Janni”, con scene della passione di Cristo (XIV stazioni della Via Crucis). Alcune di esse furono rifatte in seguito da privati, poichè lesionate (dai bombardamenti durante la seconda guerra mondiale?). In esse, si trovano apposti  i nominativi delle famiglie donatrici, come per esempio nel rosone II ("Famiglia Balbo"), III ("Pregate per Ada Balducci"), IV ("Nebbiai-Bragaglia") rifatta dalla ditta La.Ma. di Zamparo A. Montepulciano Siena; V ("Pregate per Edo Farmeschi"); VI ("Cassiano Rosetta Cortonesi"); VII ("In memoria di Cortonesi Lamberto");  IX ("Famiglie Lombardelli-Mancuso"); X ("Famiglia Valentini-Del Giusto"); XI ("Elisabetta in memoria di Borgogni Angelo"); XII ("In memoria di Luca e Alberto"); XIII ("Pregate per defunti famiglia Nelli").
Nell’abside, nel 2012 sono stati collocati quattro quadri di grande fattura, con dipinti Santa Teresina di Lisieux, San Guglielmo d’Aquitania, San Francesco e Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein), anch’essi frutto di una donazione privata, con corrispettivi dipinti collocati nella parrocchia di San Rocco e della Beata Vergine del Carmine, a Marina di Grosseto. Dietro l'abside, illuminano la zona 5 vetrate artistiche, con al centro Cristo benedicente e la scritta sottostante "Pater suaviss"; sul lato destro la Madonna ("Coriux castiss"), su quello sinistro San Giuseppe ("S. Joseph patron"); nella vetrata più esterna a destra, dono di Raffaella Socci nel 2000, vi è raffigura Madre Teresa di Calcutta (senza aureola perchè non ancora canonizzata), il simbolo del giubileo 2000 e la scritta "Mortis nos trae custos"; in quella a sinistra probabilmente Santa Caterina da Siena o di nuovo la Madonna nelle vesti di Madre della Chiesa ("S. Ecclesiae patron"). 
Le statue di Maria Santissima e di San Giuseppe sono frutto di donazioni private, contrassegnate dalle etichette “Vincenzo ed Amalia” e “Famiglia Carlo Turi”. La statua della Madonna in seguito alla rottura della mano destra, è stata restaurata nel 2015, e presenta attualmente colori più brillanti e lucidi in tutta la figura, così come la statua di San Giuseppe, ridipinta nello stesso anno. Entrambe le statue sono collocate sopra altari che presentano incisioni a forma di croce patente. 
Dietro la statua di San Giuseppe, sul lato sinistro, le vetrate apribili, sempre della ditta piemontese “Janni” e restaurate nel 1998, raffigurano San Michele, San Pietro, Sacro Cuore di Gesù, San Paolo, Santa Lucia, San Gabriele dell’Addolorata. Dietro quella della Madonna sono state invece collocate quelle di San Domenico Savio (in memoria di Luigi Signorelli), San Francesco, Maria Regina del SS. Rosario (Famiglia Bernini Antonio), Santa Caterina, Santa Maria Goretti.
Molte panche sono nominali e frutto di donazioni private.
Un quadro ad olio di San Giuseppe con il Bambino Gesù, del 1900, restaurato nel 1995, è  collocato presso il lato sinistro dell’altare maggiore.


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Nella cappella è stato invece tolto sia un grande quadro che l'affresco, presenti fino al 2010, sempre frutto di ex-voto e donazione privata. Vi rimane una lastra raffigurante la Madonna, la cui immagine gemella è sita in un'area verde pubblica presso piazza Consorti, sempre a Grosseto, e che è stata donata dalla fonderia Ottanelli Ugo di Grosseto.


  • SPAZI SOTTOSTANTI
Nel salone al piano interrato vi è  un affresco voluto come ex-voto da una fedele privata e dedicato a Paola Peppetti, donatrice di organi. 
Uno dei locali è stato intitolato a don Bruno Minelli nel 2017.
Nell'area sottostante all'abside, vi è anche un ulteriore luogo trasformato a cappella per gli Scout, non fruibile dai fedeli.

Nei locali laterali della chiesa, gli spazi sono occupati da una scuola d'infanzia cattolica.

Nel corso dell’ultimo decennio questa chiesa ha visto l’alternarsi di vari viceparroci di nazionalità straniera, e recentemente è divenuta luogo di culto misto, usata anche dai fedeli di rito ortodosso greco-cattolico-ucraino, proprio in virtù del fatto che possiede ancora l’altare pre-conciliare (nel rito ortodosso, il ministro volge le spalle ai fedeli), sebbene la balaustra sia stata abbattuta.


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San Giuseppe, proteggi sempre la mia famiglia
Ex-voto da ottemperare mantengo fermamente e consacro ancora una volta noi a te


Informazioni tratte da pubblicazioni online e da ricerche cartacee e fotografiche inserite in guide e libri locali, oltre che da osservazioni, studi e ricordi propri personali.
Non mi è stato possibile completare le ricerche con accesso all'archivio parrocchiale, quindi alcune informazioni potrebbero non essere esatte nella datazione (soprattutto riguardo ai vari interventi di ristrutturazione, modifica, recupero, ecc. della chiesa stessa e dei vari arredi sacri). Lo stesso per quanto riguarda l'elenco delle donazioni e degli ex-voto, che non è possibile sapere in dettaglio, con costi di acquisto e data di voto e donazione corretti, e che pertanto non ho potuto particolareggiare.

Il presente scritto ha valore devozionale  di ex-voto temporale, in attesa di quello definitivo.

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