domenica 4 marzo 2018


NATURE VS NURTURE
"GENERAZIONE ANTICA" E "GENERAZIONE Z"
di TìndaraRasi



Copyright © Tindara Rasi



È il giorno delle elezioni politiche, l'anno top di mia figlia.
Lei. Diciotto anni da teenager dentro una perfetta "generazione Z", fatta di smartphone, internet e videogames. Una iGren in sintonia con la sua epoca. Che nel suo registro linguistico ha "bella zia, oh" e "a na certa..." (sopprimendo indegnamente "...ora"), come brand sacro da poeta fine. Che lovva tutti e tagga tutti per confermare la sua vita sociale.
....Che mi snobba da morire: non sono io il suo influencer.
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ad inizio anno ha messo in paragone questa generazione con quella nata nel 1899 e con i diciottenni del 1918 immersi dentro la sofferenza di una guerra devastante. Loro, sopravvissuti a pantaloni a mezza coscia e con un tozzo di pane, tra battaglie, bombe e soldati. Gli attuali, cresciuti tra Facebook/Twitter/Myspace... e Snapchat/Linkedln/Instagram/Telegram/Pinterest... e Burn Note/Periscope/Meerkat/Truth.....e Spotify, Musical.ly, Napster 2.0 per la musica.... e YouTube e Netflix per i video e il cinema... e poi Gnutella, eMule...
Mi arrendo, non so neanche che significano, queste sigle. Sono fuori dal mondo, io.
I detrattori di questa generazione connessa con le reti ma disconnessa con la realtà, dicono che i millenials non vivono di esperienze ma postano foto simulandole; non vanno ai concerti, ma ascoltano musica ad ogni ora; non escono dalla loro stanza, ma comunicano con il mondo intero. Neet senza apparenti sfide sociali, senza condivisione con il mondo adulto, per loro già out se è maggiore di cinque, dieci anni dalla propria età.
Mia figlia vota per la prima volta. La mia bambina...
Io ero emozionata, quando andai a mettere la mia scheda nello scatolone del seggio, ai miei tempi.
Lei non vuole nemmeno informazioni, non chiede nulla. La sento parlare da sola! in camera sua, mentre manda buffi messaggi vocali sul gruppo delle amiche. Quando ci vuoi andare? Che abito mi metto per il voto? Tu vieni insieme a me?
Così, giusto per cooperare, le ho mandato dei link esplicativi su WathsApp (questo lo so fare), li ha visualizzati, ma sono sicura che nemmeno li ha letti: non meritano il suo apprezzamento. Mamma old. Lei sa già tutto.
Mi sento inadeguata e fuori luogo, imbarazzante il mio non essere "in".
Sono certa che oggi lei andrà ai seggi come se fosse la cosa più naturale del mondo, e tuttavia consapevolmente spavalda del fatto che non si tratterà di un gioco ma di un rito liminale da festeggiare e celebrare sulle reti social. Condividerà l'evento con tutti, lo so già, tranne che con me. Fa nulla, la guarderò fare e, come ogni mamma di vecchio stampo, ne sarò orgogliosa, incantata, felice. Di certo, quella più emozionata tra le due, sarò sicuramente io. Lo pubblico persino su qualche social network o sul blog, giusto per darmi un tono. Per dire ai posteri che c'ero, mentre per lei non c'ero.
Auguri, figlia mia. Vota bene. Cambia il mondo. Fai la tua battaglia, fai la tua rivoluzione sociale.
Ti voglio bene. Te ne vorrò sempre.

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