NATURE VS
NURTURE
"GENERAZIONE
ANTICA" E "GENERAZIONE Z"
È il giorno delle elezioni
politiche, l'anno top di mia figlia.
Lei. Diciotto anni da
teenager dentro una perfetta "generazione Z",
fatta di smartphone, internet e videogames. Una
iGren in sintonia con la sua epoca. Che nel suo registro
linguistico ha "bella zia, oh" e "a na
certa..." (sopprimendo indegnamente "...ora"),
come brand sacro da poeta fine. Che lovva tutti e
tagga tutti per confermare la sua vita sociale.
....Che mi snobba da morire:
non sono io il suo influencer.
Il Presidente della
Repubblica, Sergio Mattarella, ad inizio anno ha messo in paragone
questa generazione con quella nata nel 1899 e con i diciottenni del
1918 immersi dentro la sofferenza di una guerra devastante. Loro,
sopravvissuti a pantaloni a mezza coscia e con un tozzo di pane, tra
battaglie, bombe e soldati. Gli attuali, cresciuti tra
Facebook/Twitter/Myspace... e
Snapchat/Linkedln/Instagram/Telegram/Pinterest... e Burn Note/Periscope/Meerkat/Truth.....e Spotify, Musical.ly, Napster 2.0 per la
musica.... e YouTube e Netflix per i video e il
cinema... e poi Gnutella, eMule...
Mi arrendo, non so neanche
che significano, queste sigle. Sono fuori dal mondo, io.
I detrattori di questa
generazione connessa con le reti ma disconnessa con la realtà,
dicono che i millenials non vivono di esperienze ma postano
foto simulandole; non vanno ai concerti, ma ascoltano musica ad ogni
ora; non escono dalla loro stanza, ma comunicano con il mondo intero.
Neet senza apparenti sfide sociali, senza condivisione con il
mondo adulto, per loro già out se è maggiore di cinque,
dieci anni dalla propria età.
Mia figlia vota per la prima
volta. La mia bambina...
Io ero emozionata, quando
andai a mettere la mia scheda nello scatolone del seggio, ai miei
tempi.
Lei non vuole nemmeno
informazioni, non chiede nulla. La sento parlare da sola! in
camera sua, mentre manda buffi messaggi vocali sul gruppo delle
amiche. Quando ci vuoi andare? Che abito mi metto per il voto? Tu
vieni insieme a me?
Così, giusto per cooperare,
le ho mandato dei link esplicativi su WathsApp
(questo lo so fare), li ha visualizzati, ma sono sicura che
nemmeno li ha letti: non meritano il suo apprezzamento. Mamma old.
Lei sa già tutto.
Mi sento inadeguata e fuori
luogo, imbarazzante il mio non essere "in".
Sono certa che oggi lei
andrà ai seggi come se fosse la cosa più naturale del mondo, e
tuttavia consapevolmente spavalda del fatto che non si tratterà di
un gioco ma di un rito liminale da festeggiare e celebrare sulle reti
social. Condividerà l'evento con tutti, lo so già,
tranne che con me. Fa nulla, la guarderò fare e, come ogni mamma di
vecchio stampo, ne sarò orgogliosa, incantata, felice. Di certo,
quella più emozionata tra le due, sarò sicuramente io. Lo pubblico
persino su qualche social network o sul blog, giusto
per darmi un tono. Per dire ai posteri che c'ero, mentre per lei non
c'ero.
Auguri, figlia mia. Vota
bene. Cambia il mondo. Fai la tua battaglia, fai la tua rivoluzione
sociale.
Ti voglio bene. Te ne vorrò
sempre.
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