giovedì 13 luglio 2017

Il bon ton della rete

Chi ama chiama chi ama, chiamami tu che chi ami chiami.


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L'antropologia della comunicazione interattiva o Computer Ethics, è diventata una branca dell'etica applicata nelle facoltà universitarie.
Perchè si sente questa necessità?
Se inizialmente il galateo internet (netiquette) riguardava solo i pochi provetti navigatori della rete o i professionisti del settore, tanto che fu stilato un protocollo dai newsgroup Usenet detto RFC 1985 Netiquette Guidelines, oggi ciò riguarda tutti i fruitori di computertabletSmartphone, ecc.
La distanza tra vita reale (VR) e vita digitale (VD)  non esiste più: siamo interconnessi e digitali nella vita di tutti i giorni, e comunicare non viaggia quasi mai tramite cabine telefoniche e lettere scritte a mano. In alcuni casi, ciò è di grande utilità, soprattutto per persone con difficoltà fisiche che non potrebbero comunicare in altro modo e che un tempo erano destinati al silenzio.
Comunicare è dunque esigenza vitale, potenziata ed evoluta a velocità vertiginosa nell'ultimo secolo. La facilitazione dei mezzi ha reso oggi più universale, esteso e ingigantito il mondo dell'interazione interpersonale. Si arriva dovunque, a chiunque ci interessi, con qualsiasi mezzo, e in tempo reale.
Ma ci sono regole da rispettare, sia nella vita relazionale sociale di tutti i giorni che in ambito giovanilistico e scolastico. Ci vuole un uso "bravo", "umano" e "corretto" come quello che si adotta nella vita di tutti i giorni.

Nei social network - canali comunicativi indiretti - come Twitter, Facebook o Instagram, se c'è un amico, un follower che vuole stringere amicizia, dopo essersi accertati della sua identità, bisogna comportarsi con la stessa diplomazia che si adotterebbe nella vita reale: presentarsi, comunicare, interagire in modo corretto, cercarsi (commentarsi a likearsi), rispettarsi. Molti casi di cyberbullismo nascono da un non adeguato rispetto della intimità altrui e della sua persona. Il personal branding è uno dei temi portanti in questo caso: io ho diritto ad una buona reputazione, come ne hai tu, e nessuno può usare informazioni, dati, ecc, che mi riguardano per danneggiarmi in tal senso. Ma anche l'utente stesso deve fare attenzione a non creare di se un'immagine non corretta, immorale o sgradevole, così come ha il diritto a non farsela creare dai propri contatti.  Per questo motivo:
- non bisogna fare amicizie con ignoti solo per valorizzare il proprio profilo social;
- non bisogna divulgare immagini di cattivo gusto per attirare consensi;
- non bisogna aumentare hatespeech;
- non bisogna favorire illegalità come la pedopornografia, diffondendo per esempio immagini manipolabili di minorenni anche avendone le autorizzazioni genitoriali (bisogna oscurare i volti, rendere i ritratti non manipolabili graficamente, non sfruttare mai le loro immagini  senza le tutele opportune, non diffonderli sulla rete per promozione personale o del proprio operato usando foto senza firma digitale o logo, o senza copyrigh, ecc. e impedendo con questo artifizio doloso e preterintenzionale di conoscere l'autore primario dello scatto, perseguibile invece legalmente per l'uso improprio che ne può derivare);
- non sollecitare all'uso di App o di giochi interattivi, qualora sia già stato dichiarato di non essere interessati;
- non bisogna comportarsi in modo eticamente scorretto con i propri contatti.

I social network hanno canali comunicativi diretti: Messenger di Facebook o i commenti nei blog ne sono un esempio. Essere "on" significa essere in comunicazione con i possibili interlocutori.
E' buona norma dunque rispondere sempre, anche con brevi messaggi dichiarativi, sia su Facebook, che su Instagram che nei gruppi di discussione di Linkedln, senza lasciare l'interlocutore "non ascoltato" o non letto. Se nella vita reale, è cattiva educazione ignorare una persona che vi parla, lo stesso vale quando si usano i mezzi di comunicazione della rete.

Il medesimo principio vale per WhatsApp, per Snapchat, per Messenger tramite Smartphone: a lettura effettuata, quando appaiono le spunte blu, è corretto rispondere sempre. Se la risposta richiede attenzione e tempo, e in quel momento non è possibile concederla, è bene informare chi ci contatta con un messaggio che chiarisca: "Ora non posso. Rispondo quanto prima." Oppure preparare l'utente alla possibilità di non poter ricevere una risposta celere, impostando il proprio stato come "occupato", "in riunione", "solo chiamate urgenti". Nel caso in cui appare opportuno per un qualunque motivo non rispondere, dichiararlo esplicitamente: solo così da entrambe le parti c'è la possibilità di una presa di coscienza consapevole e condivisa. 
Riguardo i follower o gli amici in Facebookricambiare seguendoli e ringraziandoli con un breve messaggio di benvenuto.
Nei blog, così come in qualsiasi altro social network, non censurare le critiche o i commenti ma rispondere chiarendo la propria posizione, senza alimentare successive polemiche. Solo in casi estremi, usare i blocchi,  e mai senza preventivo chiarimento sulle motivazioni che conducono a ciò.

Nei gruppi di discussione, in Linkedln o in  WhatsApp (ad esempio nei famigerati gruppi scolastici genitori), ma anche nei destinatari pubblici e multipli delle e-mail condivise, rispettare il diritto di parola; porre attenzione alla privacy delle persone (non divulgando a terzi comunicazioni personali o esclusivi del gruppo o delle singole persone); non inviare files multimediali come video, foto pubblicitarie con cani e gattini graziosi ma inutili e pesanti da scaricare; non rispondere solo con puntini, slang o emoticon; non alimentare catene digitali; usare i messaggi vocali solo se necessari; usare la @ seguita dal nome se in gruppo si vuole invece rispondere o comunicare espressamente con una singola persona, oppure aprire una chat privata, abbandonando momentaneamente il gruppo e dichiarandolo ("ti scrivo in privato").

In generale, evitare quoting, flame, spamming.

Nelle e-mail con destinatari multipli, salvaguardare gli indirizzi e-mail delle persone usando la casella Bcc o Ccn. Inserire il titolo nell'oggetto, per facilitare il ricevente nel riassumere il senso della lettera.
Non usare screenshot per diffondere messaggi o lettere o comunicazioni private. Non farlo nemmeno direttamente, rigirando un commento o una e-mail ad altre persone ad insaputa dello scrivente o senza sua autorizzazione, o facendola leggere per motivi derisori o calunniosi o immorali. Ogni citazione, così come ogni lettura a terzi, deve avvenire solo dietro autorizzazione a farlo, e comunque mai per atti degradanti, illeciti o diffamatori.
Rispettare la privacy  non usando mai, in nessun caso, scritti, e-mail, messaggi, commenti, ecc. per propositi illegali o calunniosi, è la prima, imprescindibile regola. Nella vita reale esiste il pettegolezzo calunnioso e reiterato, il bullismo comunicativo o il mobbing/bossing sociale legato a comunicazioni negate, ostracizzate, o, di contro, usate in modo tendenzialmente improprio. In quella in internet lo stesso (il cyberbullismo ne è la degenerazione più conosciuta). In entrambi i casi questo tipo di comportamento è eticamente immorale ed è perseguibile penalmente.

Infine, ma non per ultimo punto, il galateo etico di chi usa mezzi di comunicazione tramite computer, tablet, ecc., esige di: rispettare la proprietà intellettuale di chi crea un blog, un sito, una pagina Facebook o di qualsiasi altro social network; rispettare la proprietà ideativa, scritturale, fotografica, grafica e progettuale di chi scrive e di chi pubblica (il quale ha doveri da onorare, per una comunicazione che sia davvero etica; ma anche diritti che gli devono essere concessi e che devono essere, soprattutto, rispettati).


La coscienza comune passa anche attraverso l'aspetto etico ed ecologico dei mezzi che si usano.
Un oggetto come può essere un cellulare o un computer che funziona benissimo, o che non funziona più, non causa di per sé danni esistenziali alle persone o danni ecologici all'ambiente.
Lo fa l'uomo che non è bravo ad amare il mezzo che ha in dono.



Il mezzo può essere paragonato a un seme, il fine ad un albero; e tra mezzo e fine vi è esattamente lo stesso inviolabile nesso che c'è tra seme e albero.


Copyright © - opera non riproducibile senza autorizzazione dell'autrice in oggetto Tindara Rasi



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