lunedì 27 novembre 2017







NON E' COSI'
SI RIPETE LA STESSA STORIA: CATECHISMO...NON MI E' PERMESSO FARE...

OPERA DI CARITA'

Se hai due soldi, compra il pane con il primo e un fiore con il secondo.
❖ Proverbio giapponese ❖

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domenica 26 novembre 2017

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PATTERN: LA DIDATTICA RICORSIVA
Repetita iuvant


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La didattica ricorsiva fa proprio il ciclo ripetitivo, sempre più ampliato, di stessi concetti- chiave o nuclei tematici. Partendo da uno sfondo integratore unitario, si procede alla riutilizzazione e ripresentazione in chiave sempre più potenziata e rafforzata, di una parola, di una frase, di un concetto, di un’idea, come in una sorta di riflesso infinito o di spirale ricorsiva.
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In un continuo “corri e ricorri”, si impara più velocemente e si ricorda più facilmente. La ricorsione didattica agevola dunque gli apprendimenti e nel contempo rende più simpatica e accattivante una lezione 

didattica. Nella scuola dell’infanzia esistono autosimilarità già note ed usate, come nella filastrocca con ricorsione semantica “C’era una volta un re”, nella quale si ricorre ciclicamente allo stesso concetto; o quella della canzone con ricorsione sintattica “Alla fiera dell’Est” di Branduardi, nella quale si ripresenta la stessa frase iniziale ampliata poi dei vari passaggi semantici ripetuti e sintetizzati in un parola (acqua, fuoco, bastone, cane…). Ma anche il ripetere ciclicamente i passaggi stagionali o riproporre attività già effettuate qualche tempo prima o un anno prima, per completare un progetto avviato ma non concluso, sono ricorsi che si rispecchiano in questa modalità didattica innovativa nella definizione sebbene in nuce già ampiamente adottata da ogni insegnante.
Sono svariati i campi nei quali la ricorsione viene usata, ed è da questi campi che prende spunto la didattica ricorsiva in ambito scolastico.

A livello linguistico, poetico e letterario, il ricorrere di termini aiuta a creare testi coesi, rime, consonanze e dissonanze, allitterazioni con l’uso di una stessa consonante più volte.
Se una parola viene ripetuta all’inizio della frase, sempre la stessa, si parla di anafora. Un esempio di anafora è quello dato da Gianni Rodari nella poesia “Giovannino Perdigiorno”:
Se si ripete una parola alla fine della frase, si parla invece di epifora, come nella canzone “Oh quante belle figlie, Madama Dorè”.
L’epanalessi è la ripetizione di una stessa frase, due volte consecutivamente come un rafforzativo. Per esempio quando si dice: “Piano piano, piano piano”.
L’anadiplosi è la ripetizione di una parola tra la fine di una frase e l’inizio della successiva.

A livello grafico, si ricorda la famosa opera “Mani che disegnano” realizzata nel 1948 da Maurits Cornelis Escher. In essa, due mani sembra che disegnino se stesse, secondo il cosiddetto “effetto Droste”, molto usato anche nell’antichità e nella grafica computerizzata moderna.
Anche i mosaici moreschi dell’Alhambra di stile nazarì, sono ripetizioni grafiche di uno stesso disegno, con colori, linee e forme che si rimandano e si richiamano continuamente.

Altro esempio sono i mandala buddisti. In questo caso si tratta di forme geometriche che ricorrono in tondo ingrandendo o diminuendo il loro volume, oppure di altri disegni e schemi che si ripetono con armonia, in successione.

Lo Spirograph permette di realizzare, tramite tondi dentellati, cerchi e curve in una trama sempre più intersecata e fitta, come nelle intersecazioni ed elaborazioni di concetti, che giungono poi, da uno stadio di iniziale separazione e confusione caotica, ad un insieme graficamente unitario e omogeneo. Tramite le rullette delle epicicloipi e le curve ipotrocoidi, si formano infatti composizioni diverse in base ai cerchi dello Spirograph usato, ma tendenzialmente rituali e composte, fino alla formazione di prodotti grafici molto elaborati e di effetto visivo gradevole.
La stessa cosa avviene con la ripetizione di un concetto, magari trasferito in un altro campo di esperienza o in un’altra disciplina, funzionando da trait-d’iunion e incasellando i saperi in un insieme significativo.

La natura ha esempi illustri di ricorsioni, studiati da matematici illustri come Fibronacci. Si parla di armonia dell’universo, di spirali auree. Gli uragani, alcune forme di fiori con la loro disposizione di petali, le conchiglie del Nautilus, il volo a freccia degli uccelli o a spirale dei rapaci, la forma dei broccoli romaneschi, sono esempi naturali conosciuti.

Gli studi dei frattali e oggi il pensiero computazionale, hanno portato ad una visualizzazione grafica e concettuale di tali schemi logici. Si veda ad esempio la felce frattale di Barnsley, il fiocco di neve di Koch, la spugna di Menger, la curva di Peano, la polvere di Cantor, il triangolo di Sierpiński e il tappeto di Sierpiński, l’autosimilarità nell’insieme di Mandelbrot, l’albero realizzato con Scratch.
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La didattica ricorsiva fa propria questa branca di studi, per rendere meno incasellate le conoscenze e collegarle tra loro. Ripetere gli stessi concetti, le stesse routine mattutine con gli alunni dell’infanzia, serve a fornire sicurezza dal punto di vista emotivo e relazionale, capacità mnemonica, rafforzamento di concetti, e funge da ironica ricapitolazione generale nelle autovalutazioni.
Si tratta di una metodologia della quale già si fa uso, senza la coscienza di applicarla realmente come strategia didattica effettiva e con consapevolezza educativa mirata all’apprendimento. In realtà l’appello la mattina o il cartellone del tempo, il circle-time delle emozioni, lo storytelling dei vissuti esperienziali in un dato momento delle attività curricolari, adottano una strategia ricorsiva ritmata e rituale. Lo stesso procedimento si effettua nel far imparare filastrocche, canzoncine, poesie in rima, dal punto di vista linguistico. Ma altrettanta esplicitazione può essere posta nelle attività di apprendimento progettuali, le quali possono essere proposte col ricorrere a ripetizioni linguistiche o a ripetizioni di giochi o di attività in modo volutamente intenzionale.
Questa modalità didattica è stata sistematizzata e definita solo ultimamente, in seguito agli studi di retorica e narratologia commisti al pensiero computazionale di recente introduzione in ambito scolastico.

Articolo, attività didattica, foto,  e ideazione della tematica trattata sono soggetti a Copyright © Tìndara Rasi

sabato 25 novembre 2017

L'AVVENTURA DEL RAGAZZO CON IL LIBRO
di 

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Questa storia inizia quando il regno del perfido Gargamella XV si era diffuso in tutto il mondo. Il terribile mago e i suoi sgherri avevano messo a punto una macchina che emetteva raggi invisibili i quali rendevano le persone come marionette nelle sue mani, senza che se ne accorgessero. I raggi di luce partivano da grandi torri, si infilavano nelle case e persuadevano la gente che il loro regno era il migliore, che la vita consisteva nel divertirsi e consumare, viaggiare, cantare e lavorare solo per poter spendere i soldi.
Paolino era un ragazzino docile e servizievole. Anche lui guardava i cartoni animati.,comprava i giochini, le scarpe con le luci intermittenti e le altre cose inutili che i raggi suggerivano a tutti i bambini della sua età. A scuola cercava di accontentare alla bell'e meglio la maestra e "appiccicava" nella memoria qualcosa solo per saper rispondere alle interrogazioni.
Un giorno, Paolino comprò il latte per la signora Paladini, una vecchia maestra in pensione. Essa gli regalò sorridendo un libro. Paolino abbozzò un sorriso per gentilezza. I libri, a quel tempo, non piacevano a nessuno. I raggi del perfido Gargamella insinuavano in tutti che leggere era una attività noiosa e inutile. Oramai erano scomparse anche le scritte segnaletiche. Per indicare la stazione c'era una freccia con il disegno di un treno, per segnalare un albergo c'era il disegnino di un letto, per indicare l'uscita o le scale c'erano degli omini che correvano o scendevano le scale. A che serviva leggere?
Paolino si avviò verso casa con il grosso libro sotto il braccio. Era una bella giornata di vacanza e si sedette su una panchina del grande parco della città. Il libro aveva una robusta copertina colorata e un'aria invitante che sembrava dire «aprimi». Paolino aprì il libro. Sotto un volto sorridente era stampata una parola in grandi lettere dorate. Paolino lesse pronunciando ad alta voce: «VITA». La parola schioccò nell'aria come un colpo d'ala. Poi avvenne qualcosa di ancora più strano. Le due sillabe che formavano la parola si staccarono dalla pagina, si curvarono con grazia, si trasformarono in due ali e lentamente la parola prese il volo. Come una farfalla dalle grandi ali dorate, fece una giravolta sulla testa del ragazzino, sfiorò il capo di un merlo che garrì felice, lambì le foglie di una betulla che stormì come accarezzata dal vento.
La parola «VITA» si era di nuovo alzata nell'aria quando "vide" un ragazzotto che con un coltello cercava di tagliare un alberello. Scese in picchiata e lo toccò sulla fronte. Il giovane si fermò improvvisamente e corrugò la fronte e ripeté sottovoce: «VITA». Lasciò subito l'alberello facendogli una carezza. La parola tornò a volare in alto. Paolino guardava con gli occhi spalancati pieni di meraviglia.
Voltò pagina e lesse una nuova parola: «PACE». Appena fu pronunciata, la parola prese ad incurvarsi, si coprì di fasce di colore e si alzò roteando nell'aria simile ad un boomerang. Due automobilisti stavano litigando. La parola li colpì entrambi al volo, fulminea, con un tocco quasi impercettibile. I due automobilisti si fermarono, sembrarono assorti in un'improvvisa riflessione poi si strinsero la mano.
Nel quartiere generale di Gargamella XV cominciarono a squillare, uno dopo l'altro, tutti gli allarmi. Il Primo Consigliere Generale arrivò trafelato nell'ufficio del perfido presidente assoluto: «Capo, sono segnalate pericolose perdite di potere nel settore nord-ovest!».
«Vediamo la causa e poi interveniamo», disse Gargamella XV. Accese il monitor da cui poteva controllare tutti gli angoli del suo regno. Sullo schermo apparve Paolino. Gargamella XV gorgogliò, con la sua leggendaria reale risata di scherno: «È solo un bambino con un libro! Che cosa può farci?». «Eppure...» , brontolò il Primo Consigliere Generale.
Intanto, Paolino continuava a leggere le parole del suo libro. Lesse: «LlBERTÀ». La parola partì come un tappo di spumante, con un corteo di scintille e di bollicine iridescenti. Dovunque passava la parola, le persone venivano avvolte da una corrente elettrizzante. Molti alzavano la testa e raddrizzavano la schiena, lo sguardo si faceva più vivace, qualcuno ricominciava a formulare progetti.
Paolino voltò pagina e lesse: «RESPONSABILITÀ, SOLIDARIETÀ, GIUSTIZIA, SPIRITUALITÀ». Ogni volta le parole si libravano in aria e cominciavano il loro viaggio per il mondo. «RESPONSABILITÀ» aveva l'aspetto un po' severo, ma dove si posava tutto cominciava a funzionare meglio. Negli uffici pubblici gli impiegati si comportavano cortesemente, ascoltavano le persone, sbrigavano le pratiche con diligenza. Molti studenti studiarono la lezione e un ragazzo aiutò perfino la mamma a preparare la tavola. Un uomo che possedeva una casa vuota la prestò ad una famiglia di immigrati che non poteva pagare l'affitto e un famoso attore si ritirò in un convento.
Ma successe qualcosa di peggio. Se ne accorse il Primo Consigliere Generale che si affrettò ad avvertire Sua Malizia Gargamella XV.
«È terribile, maestà! Qualcuno ha ricominciato a pensare!».
«Dobbiamo neutralizzare quella sciagura di ragazzino», fece Gargamella, verde di rabbia. Si diresse nella grande sala operativa e ordinò ai tecnici: «Concentrate la massima potenza dei raggi su quel ragazzino e sul suo maledetto libro!». Gli apparecchi cominciarono a ronzare sempre più forte. L'aria nel grande salone sferico si fece rovente. I cannoni laser si concentrarono su un parco, una panchina, un bambino e un libro. Una potenza enorme stava per abbattersi sul povero Paolino.
II ragazzino ignorava quello che stava per arrivargli addosso. Era tutto preso dalle scoperte che stava facendo. Le parole del suo libro risuonavano anche dentro di lui. Volavano nella sua mente, danzavano insieme, si allacciavano, si combinavano e si ricombinavano. «Sto pensando!», disse felice. Era una sensazione nuova.
In quel momento fu investito da un bagliore improvviso e vide una specie di palla di fuoco che stava per colpirlo. Ma successe un fatto straordinario. Come richiamate da un invisibile ordine, arrivarono dai quattro punti cardinali le parole che Paolino aveva letto. Arrivò VITA, sbattendo le grandi ali lucenti. PACE, roteando come un boomerang, LIBERTÀ, con la scia di bollicine, e poi tutte le altre: RESPONSABILITÀ, GIUSTIZIA, SOLIDARIETÀ, GIOIA...
Si attaccarono le une alle altre come una catena e formarono una specie di capsula protettiva intorno a Paolino, sempre più sbalordito. La grande palla di fuoco formata dai raggi di Gargamella XV si abbatté sullo scudo formato dalle parole di Paolino, sfrigolò un attimo e si spense con un fischio pietoso. Rimase per terra una pallina sfumacchiante, non più grossa di una capocchia di fiammifero. Paolino la pestò ben bene e poi tornò a casa, con il libro stretto sotto il braccio.
-Bruno Ferrero -

giovedì 23 novembre 2017

IL DISPIACERE


Ieri mi sono comportata male nel cosmo.
Ho passato tutto il giorno senza fare
domande,
senza stupirmi di niente.
Ho svolto attività quotidiane,
come se ciò fosse tutto il dovuto.
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Inspirazione, espirazione, un passo dopo l’altro, incombenze,

ma senza un pensiero che andasse più in là

dell’uscire di casa e del tornarmene a casa.

Il mondo avrebbe potuto essere preso per
un mondo folle,
e io l’ho preso solo per uso ordinario.
Nessun come e perché -
e da dove è saltato fuori uno così -
e a che gli servono tanti dettagli in movimento.
Ero come un chiodo piantato troppo in
superficie nel muro
(e qui un paragone che mi è mancato).
Uno dopo l’altro avvenivano cambiamenti
perfino nell’ambito ristretto d’un batter
d’occhio.
Su un tavolo più giovane da una mano d’un
giorno più giovane
il pane di ieri era tagliato diversamente.
Le nuvole erano come non mai e la pioggia
era come non mai,
poiché dopotutto cadeva con gocce diverse.
La terra girava intorno al proprio asse,
ma già in uno spazio lasciato per sempre.
E’ durato 24 ore buone.
1440 minuti di occasioni.
86.400 secondi in visione.
Il savoir-vivre cosmico,
benché taccia sul nostro conto,
tuttavia esige qualcosa da noi:
un po’ di attenzione, qualche frase di Pascal
e una partecipazione stupita a questo gioco
con regole ignote.


-"Disattenzione"-
di

venerdì 17 novembre 2017




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Gigantografia su riproduzione non originale, attività didattica eseguita interamente dai miei alunni e da me in esclusiva; foto, pubblicazione delle immagini  e ideazione della tematica trattata  sono pertanto soggetti a Copyright © Tìndara Rasi. L'intero processo di lavoro e laboratorio non è altrui fotografabile, nè pubblicabile senza autorizzazione scritta e firmata dalla sottoscritta.

"Non è impossibile, quindi, che un giorno i robot si sostituiscano ai critici letterari e agli studiosi. Grazie alla loro capacità di immagazzinare informazioni e metterle in relazione tra loro, le intelligenze artificiali possono riconoscere i tratti distintivi dei personaggi e indicare a quale archetipo rispondono. Mark Finlayson ha costruito un sistema che, tramite la conoscenza dell’intero corpus di opere di Propp, ha scoperto una serie di nuove strutture narrative.Sempre un computer, tramite l’analisi di migliaia di opere della letteratura inglese, ha definito le sei principali trame attorno a cui si sviluppano gran parte dei romanzi. Grazie ai robot è stato possibile realizzare analisi sui testi che altrimenti avrebbero richiesto un tempo di realizzazione indefinibile, visto il numero di opere da leggere e studiare."
"Totò Riina è morto.
La mentalità omertosa e mafiosa che ha permesso a lui e a tutte le mafie di conquistare ricchezza e potere distruggendo la vita a milioni di persone oneste, è invece viva più che mai.
Viva e diffusa in ogni strato sociale, ad ogni livello culturale. 
Una mentalità disgustosa, spesso nobilitata da incredibili sofismi e ragionamenti apparentemente raffinati ma in realtà in assoluta malafede, specie dai più colti, dai più ricchi, dalle aristocrazie di questo paese dolce e orribile insieme, che tende a creare caste e piccole elites mafiose in quasi tutti gli ambiti: politico, sportivo, culturale, accademico, imprenditoriale, (ecclesiale).
È quella mentalità che va cambiata, se davvero si vuol combattere e sconfiggere le mafie. Quella mentalità omertosa, conservatrice, dei gruppetti che distinguono le persone in "cosa nostra" (gli amici, i "soldatini", quelli che dicono sempre di sì e accettano le regole del branco) e il resto del mondo. Quella mentalità in cui i panni sporchi si lavano in casa, e chi sgarra o "parla troppo" (cioè si discosta dal pensiero dominante della piccola aristocrazia di settore) va messo fuori dai giochi.
Quella mentalità è il pericolo, ben più dei boss che han sostituito Riina e sono ancora a piede libero."



- Dino Giarrusso -

giovedì 16 novembre 2017


NEURONI MIRROR  E  AREA SOMOSTESICA




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Vivo di ciò che gli altri ignorano di me.
- Peter Handke -





EDUARDO DE CRESCENZO - E LA MUSICA VA

NEL VOLTO, EMOZIONI

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SPENGLER
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di Guido Oldani

l'ottimismo è viltà, diceva spengler,
un sentimento che non dà pensiero
l'emozione è uno spruzzo di colore.
non è vernice la speranza invece
ma qualche cosa, riferita al cuore,
che non è proprio il muscolo nè il sangue
ma il battito che ha forma indefinita,
non viene meno mai se c'è la vita.









LA SPERANZA
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di Guido Oldani

  e la speranza, ostica da dire,
è versare una bottiglia d'acqua
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dentro al volume proprio di un bicchiere,
ciononostante ci si può affidare.
la mia ex moglie ha la leucemia
acuta, come dire senza scampo
eppure si è sperato controvento,
fin qui graziata dopo quattro anni,
col figlio donatore va al trapianto.















LA SORPRESA
di Guido Oldani

come scatole di biscotti siamo,
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in un armadio zeppo, rovesciato
ma ancora dolci, frolli coi canditi.
c'è un indaffaramento generale,

in cui rompiamo sempre qualche cosa
che da vetrina passa in spazzatura.
ho conosciuto un uomo che lavora,
lo fa con le sue proprie oneste mani
erano anni che non ne incontravo,
una bellezza in mezzo ai disumani.

Fiorella Mannoia - Combattente


A ME STESSA




Paola Turci - La vita che ho deciso (Official Video)

LA VITA CHE HO DECISO
Come piume. Più me.

La vita che ho deciso
L'ho scritta come un libro
Di frasi da citare
Come frecce da puntare
La vita che ho deciso
Io la volevo forte
Come le mani di mio padre
Per farmi attraversare
La vita che ho deciso
Il mio più bel vestito
Aspettando un'occasione come fosse una stagione
Come una buona idea
A cui non rinunciare
Con gli occhi rossi di chi corre perché non può più aspettare

E sfrecciano i ricordi tra i grovigli di emozioni
Ci sarà un momento per restare soli
E fisserò la porta
Da cui te ne vuoi andare

Perché niente, niente può più farmi male

Sei tu il mio secondo cuore
Sei l'estate che mi fa spogliare
Sei tu il mio secondo cuore
Una luce che riesce a entrare
C'è sempre bisogno di te
C'è ancora bisogno di te
Ho sempre bisogno di te 
più me
C'è sempre bisogno di te

Adoro il bisogno di te
Da sempre ho bisogno di te 
più me

La vita che ho deciso
Un istinto naturale
Su tutti i dizionari esiste la parola Amore
Eppure non c'è scritto
Che siamo eccezionali
A guardarci in fondo agli occhi senza cedere ai proclami
Il rumore dei ricordi come foglie sulla strada

Questa notte che vorrei trovarti a casa
E fisserò la porta da cui potrai tornare
E poi niente, niente può più farci male

Sei tu il mio secondo cuore
Una musica davanti al mare
Sei tu il mio secondo cuore
L'unico posto dove voglio andare
C'è sempre bisogno di te
Ho ancora bisogno di te

Ho sempre bisogno di te 
più me
C'è sempre bisogno di te
C'è ancora bisogno di te
Da sempre ho bisogno di te 
più me

Sei tu il mio secondo cuore
Il mio secondo cuore
C'è sempre bisogno di te
C'è ancora bisogno di te
Da sempre ho bisogno di te 
più me
C'è sempre bisogno di te 
più me







martedì 14 novembre 2017

Paola Turci - Io sono (Official Video)

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