lunedì 23 aprile 2018


Copyright © Tindara Rasi


Donna, come ti chiami? – Non lo so.
Quando sei nata, da dove vieni? – Non lo so.
Perché ti sei scavata una tana sottoterra? – Non lo so.
Da quando ti nascondi qui? – Non lo so.
Perché mi hai morso la mano? – Non lo so.
Sai che non ti faremo del male? – Non lo so.
Da che parte stai? – Non lo so.
Ora c’è la guerra, devi scegliere. – Non lo so.
Il tuo villaggio esiste ancora? – Non lo so.
Questi sono i tuoi figli? – Sì.

A mio figlio

sabato 21 aprile 2018

SULLA GAUDETE ET EXSULTATE
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" #PapaFrancesco
 ... parlando di santità popolare e ordinaria corrode il clericalismo e pone una questione “politica” di “cittadinanza” nella Chiesa. Lo si è compreso non ancora a sufficienza."
Antonio Spadaro SJ

Quando,  qualche giorno fa,  ho avuto la possibilità di leggere integralmente l'ultima Esortazione Apostolica di Papa Francesco, "Gaudete et exsultate, sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo", mi sono sentita a casa mia. Ho portato avanti per anni questa tesi, a modo mio, con un mio linguaggio, con parole mie, piccole e non così altamente teologiche. I miei studi, il mio percorso universitario, le mie ricerche... tutto... santità... Non te, caro Papa Francesco; non il tuo titolo onorifico. Ma santità di noi comuni esseri umani. Di TUTTI. Parlare di "Santi" per un mio lavoro scritturale, mi ha aperto gli occhi. Ci sono Santi conclamati dalla chiesa ufficiale, Santi riconosciuti dai racconti popolari, quasi favolistici e magari niente affatto reali, Santi mai canonizzati, Santi mai riconosciuti, Santi senza documentazione attendibile, senza "patente" da Santi... eppure considerati dalla gente in super famam sanctitatis. Mi dissi: chi sono io per toglierli da un elenco di Santi? Io posso giudicare la santità di una vicenda, di una persona, del passato o presente che sia? No, non lo posso fare. Perchè non lo posso fare? Potrei fare un lavoro "pulito", perfetto, documentato, difendibile, certificato, non criticabile... Vero. Ma è questo il messaggio che devo far passare? No. Perchè siamo tutti Santi, sulla via della santità. Anche nella vita ordinaria, lo siamo. Santi, tutti, della porta accanto...
Non sono idee mie, sono vecchie come il mondo. 
Io, scrivendo, le ho solo fatte mie. 
E ora arrivi tu, Santo Padre Francesco.
E confermi, con un documento ufficiale che farà parte della "Traditio", che sarà sempre documento "di Chiesa", con valore certo, citabile da ora in poi in qualsiasi documento... arrivi tu e confermi la mia e altrui idea, quella che il popolo laico, quella che la povera gente comune e senza titoli ecclesiastici di rilievo, ha sempre avuto e ha sempre saputo. C'era bisogno che tu, Santo Padre, lo fissassi su carta? Si, si vede. Perchè ci fanno passare l'idea che non sia così, e dunque non tutti abbiamo coscienza di quanto siamo Suoi, di CHI siamo, di COME siamo. Più facile elencarci come peccatori e farci sentire limite umano, feccia, solo perchè non indossiamo una veste talare che ci "assicura" un'aurea di santità a prescindere. Invece... SIAMO TUTTI SUOI SANTI, possiamo tutti camminare in una via di santificazione. Lo hai detto ufficialmente persino tu, Santo Padre! Quello che dico io in uno scritto, in una conferenza, in una presentazione snobbata da critica e potere, non ha valore... io sono io... sono nessuno... ma... LO HAI DETTO TU! SIAMO IN UN CAMMINO DI SANTIFICAZIONE, SIAMO SANTI! Dobbiamo solo crederci. "Non avere paura della santità", si legge al punto 32 dell'Esortazione Apostolica. E ancora: "Si tratta di offrirci a Lui che ci anticipa, di offrirgli le nostre capacità, il nostro impegno, la nostra lotta contro il male e la nostra creatività, affinchè il suo dono gratuito cresca e si sviluppi in noi" (punto 56). Non dunque isolati e individualisti, non un fare per uso personale, ma un'azione di INSIEME, una class action in quanto chiesa, per un cammino comune di santificazione personale e di santificazione reciproca. San Giovanni della Croce diceva: "Stai vivendo con gli altri perchè ti lavorino e ti  esercitino nella virtù" (punto 141). E San Bonaventura: "La più grande saggezza che possa esistere consiste nel dispensare  fruttuosamente ciò che si possiede, e che si è ricevuto proprio perchè fosse dispensato" (citato al punto 43 dell'Esortazione).
La convivenza, la comunitarietà ecclesiale e sociale non è facile. Eppure è proprio lì che si gioca tutta la nostra santificazione. E non c'è chi può e chi non può. Il Signore chiama tutti a questo percorso. Anche se non ci sarà un giornalista cattolico che scriverà la nostra agiografia personale, o uno scrittore vaticanista, o un superiore ecclesiale, anche se non ci sarà un plebiscito popolare che ci voglia sugli altari prima o dopo morti, tessendo lodi documentali, noi, nella nostra vita ordinaria e quotidiana possiamo... siamo... procediamo.... 
"In questo cammino, lo sviluppo del bene, la maturazione spirituale e la crescita dell'amore sono il miglior contrappeso nei confronti del male. Nessuno resiste se sceglie di indugiare in un punto morto, se si accontenta di poco, se smette di sognare di offrire al Signore una dedizione più bella" (punto 163).  Ecco: io non mi accontento. Voglio un superscrittore, un supergiornalista a scrivere la storia della mia vita. E ho questo come obiettivo, nei limiti del mio essere perfetta per Lui ma imperfetta per il mondo, nel mio essere difettosa, spaventata, delusa, ferita, denigrabile, offesa, azzoppata: non smettere di sognare di lasciargli realizzare il SUO sogno su di me. Il Signore sogna me per Sè, e sa che uso farne di me. D'altronde, "nei processi di beatificazione e canonizzazione si prendono in considerazione i segni di eroicità nell'esercizio delle virtù, il sacrificio della vita nel martirio e anche ... i casi nei quali si sia verificata un'offerta della propria vita per gli altri, mantenuta fino alla fine" (punto 5). Offrire la propria esistenza per una causa, dedicarsi a un lui/lei per tutta la vita... non è santificazione anche questa ordinarietà così semplice, umile, eppure segno di una donazione totale ad uno scopo, ad un lavoro, ad un affetto? Santificarsi nei compiti ordinari, di tutti i santissimi giorni da casalinga, da studentessa, da lavoratrice, da giornalista, da maestra, da sposa, da contadina... non è anche questo il cammino di un farsi Santi, sebbene nell'anonimato?  Essere anche solo semplicemente in grado di pregare per gli altri, includendo nelle nostre orazioni, "la (loro) vita... le loro angosce più sconvolgenti e i loro sogni più belli" (passo 154), non è santità questa pia apertura abituale alla trascendenza (passo 147)? Io quindi non tolgo nessuno dall'elenco dei suoi improbabili Santi, scartati dalle schede ecclesiali ufficiali e non canonizzabili per criteri umani. Non sono assoggettata e assoggettabile a nessun potere che mi soggiaccia e mi manipoli per farmi crollare sul chi si e chi no. Non ho un compito ecclesiale che mi proponga di discernere le vocazioni altrui e segarne a piacimento altre. Non ho un ruolo teologico importante tale da dover restare agganciata a norme e leggi di diritto canonico rigorose, come chi fa parte della Congregazione delle Cause dei Santi. Cestinare o selezionare chi è Santo per la pietas popolare e chi nemmeno, chi è Santo per la Chiesa cattolica, e chi no, attuare una qualsivoglia, assurda, "forma di scarto" (punto 101), non è compito mio.  E quello che spero (nel senso proprio della virtù teologale della Speranza) è che, a differenza di quanto mi accade nelle situazioni contingenti e quotidiane  da parte di quanti, me compresa, non vedono, dentro me, attorno a me, l'aspetto "sacro" che, nonostante tutto, buffamente, persino io posseggo,  quello che spero, ripeto, è che Lui sappia invece da che parte pigliarmi e da che parte guardarmi e da che parte descrivermi e da che parte dipingermi, e leggermi, e tracciarmi, e narrarmi, e documentarmi, e "canonizzarmi" con criteri tutti sublimamente Suoi, non scartandomi in definitiva dal Suo ben più importante Martyrologium celeste.
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Forse la loro vita non è stata sempre perfetta, però... (queste persone) sono piaciute al Signore (punto 3)

mercoledì 18 aprile 2018

liberamente tratta da un racconto di Babakar Mbaye Ndaak
Oggi  Mamma Natura non si sente tanto bene: ha un po’ di mal di testa. Perciò  decide di mandare un ragazzino in riva al fiume a chiamare sua figlia più grande, Tartaruga.
<<Tartaruga, Tartaruga, Mamma Natura non sta Bene!>>
Ma Tartaruga, Tutta indaffarata, risponde:
<<Ragazzino non vedi che ho una montagna di panni sporchi  da lavare? Verrò soltanto quando avrò finito>>.
Il ragazzino torna da Mamma Natura e le riferisce la risposta di Tartaruga.
Mamma Natura pensa che Tartaruga sia davvero egoista, perché non si occupa degli altri.
<<Che la bacinella con cui trasporta i panni le ricopra la schiena per sempre!>>, dice Mamma Natura fra sé e sé.
Adesso a Mamma Natura è venuta anche la tosse!
Allora manda il ragazzino nel bosco a chiamare Riccio il suo secondo figlio.
<<Riccio, Riccio Mamma Natura si è ammalata, vai da lei!>>
Ma Riccio è così occupato!
Infatti, sta raccogliendo delle spine per sistemare il cancello di casa.
Perciò risponde:
<<Ragazzino, non vedi che ho ancora tutte queste spine da raccogliere? Devo finire prima di sera!>>
Dopo aver sentito la risposta di Riccio, Mamma Natura è ancora più dispiaciuta. Neppure Riccio si preoccupa per lei!
<<Che quelle spine gli ricoprano il corpo per sempre!>> dice Mamma Natura fra sé e sé.
Adesso le è venuta anche un po’ di febbre!
Perciò manda il ragazzino in campagna a chiamare Ragno, il terzo figlio, alle prese con ago e filo: <<Ragno, Ragno Mamma Natura si è ammalata. Ti prego corri da lei!>>
Ma anche Ragno risponde: << Ragazzino, non vedi che mi sto cucendo una giacca? Devo finirla prima che arrivi la stagione delle piogge! Poi verrò.>>.
A questo punto il ragazzino ha un’idea: <<Mamma Natura, perché non chiami Ape, la più piccola delle Tue figlie? Forse verrà!>>
Ape è presa dal suo lavoro. Nell’incavo di un albero, con la sua colla dorata, sta unendo le cellette del suo alveare.
Però appena sente che Mamma Natura è ammalata, lascia tutto e corre subito da lei.
Grazie alle sue cure, Mamma Natura guarisce presto.
Perciò dice: <<Ape, piccola mia, tu sì che sei davvero generosa! Eri molto impegnata quando ti ho fatta chiamare, ma hai lasciato il tuo lavoro senza neanche pensarci un attimo e sei corsa da me! Vedrai la tua colla diventerà un miele squisito che tutti i bambini della Terra vorranno,  per curarsi quando avranno un po’ di tosse, per addolcire i loro cibi preferiti e per addormentarsi la sera, quando saranno stanchi.>>
È per questo, bambini di tutto il mondo, che vi piace tanto il miele!
Liberamente tratta da un racconto di Babakar Mbaye Ndaak - Edizioni Modu Modu di Papa Ngady Faye, Trepuzzi (LE), aprile 2014

lunedì 16 aprile 2018


Chiesa di San Giuseppe (Grosseto)

a cura di  Tindara Rasi
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Si tratta di un edificio religioso, situato a Grosseto. La sua ubicazione effettiva è nella zona occidentale della città, lungo la via Nazario Sauro, nella circoscrizione Barbanella.

CENNI STORICI

La Chiesa parrocchiale di San Giuseppe, la prima delle chiese parrocchiali di Grosseto, sorse nel 1930  per ovviare alle necessità spirituali degli abitanti residenti nella parte occidentale della città, al di là della ferrovia, che proprio in quei decenni conobbe una notevole espansione verso quella zona periferica. 
Di stile neoromanico, con rosone, colonne, mura in mattoni rossi, e bifore tipiche dello stile in questione per illuminare le tre navate, venne progettata da Ernesto Ganelli negli anni '30 (assieme a molte altre costruzioni religiose che l'ingegniere eresse in quegli stessi anni nella provincia), per ricordare gli ottocento anni dalla elezione, voluta nel 1138 da papa Innocenzo II, di Grosseto come "città" (in precedenza aveva per titolo solo "borgo" di Roselle). Venne ufficialmente consacrata nel 1940. Nella chiesa, all'entrata sopra l'acquasantiera di destra, vi è affissa una lapide che ricorda il passaggio appunto di Innocenzo II qualche anno prima, nel 1133, a Grosseto, accompagnato da San Norberto di Magdeburgo e San Bernardo di Chiaravalle: il papa si accorse in tale occasione che Roselle, sede anche della diocesi, a quel tempo, risultava ormai in decadenza, mentre invece Grosseto rifioriva, e questo lo convinse a modificarne la titolatura con l'invio da Roma, il 09 aprile 1138, del documento "Sacrosanta Romana Ecclesia" (oggi dovrebbe essere conservato a Siena, presso l'archivio della Curia Arcivescovile). A Grosseto, inoltre, proprio il 19 marzo 1133, mentre sostava in città, scrisse anche la bolla che sancì la pace tra pisani e genovesi, la "Iustus Dominus". Ecco perchè, per commemorare questo evento, si decise di erigere una chiesa dedicata proprio allo sposo di Maria, che la liturgia ricorda appunto il 19 marzo.
Dopo la posa della prima pietra, il 27 aprile 1935, i lavori si protrassero per cinque anni, concludendosi all’inizio del 1940. La Chiesa, costruita ispirandosi allo stile romanico, fu intanto eretta a Parrocchia il 19 marzo 1938, sebbene la dedicazione (consacrazione) di essa fu solennemente festeggiata solo il 14 aprile 1940, a lavori ultimati, alla presenza del Cardinal Tedeschini. Quest'anno si sono festeggiati gli ottanta anni di anniversario.

Nel 1988 sono stati effettuati importanti lavori di restauro, a causa dei quali si è reso necessario togliere, per motivi di sicurezza, la copertura a volta e ripristinare le capriate in legno. Padre Angelo Polesello, nello stesso periodo, ristrutturò anche la zona del presbiterio.


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ASPETTO ATTUALE
La chiesa di San Giuseppe si presenta in stile neoromanico.

  • ESTERNO

Sul lato destro dell’edificio religioso si innalza il campanile, suddiviso in cinque ordini, ognuno dei quali presenta aperture proporzionali al piano, con colonnine ed archetti a tutto sesto; sulla parte sommitale che contiene la cella campanaria è presente una pentafora. La parte apicale è chiusa da un tetto a quattro spioventi lievemente inclinati. Le due campane sono del Fonditore Pasqualini, datate 1939. Hanno un diametro di 71 e 51 centimetri. Nel campanile sono presenti anche altre due campane del diametro di 87 e 108 cm. Attualmente è dotato di un sistema campanario elettronico.


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La facciata è ripartita in tre ordini, corrispondenti alle tre navate interne, in ciascuno dei quali si apre un portale d’ingresso architravato, con lunetta decorata chiusa in alto da un arco a tutto sesto con archivolto intarsiato. Nella prima lunetta a sinistra vi è un mosaico di A. Cappelli raffigurante Papa Innocenzo II, nella seconda un altro raffigurante San Giuseppe e la scritta "Ite ad Joseph", sormontato da decorazioni di croci varie, nella terza l'ultimo che ritrae Pio XI. I tre portali di pietra hanno gli stipiti riccamente decorati a intaglio, con forme varie (foglie, pigne, croci, tondi, ecc.). La facciata centrale è più alta rispetto a quelle laterali, ed è illuminata da un rosone di forma circolare, posto sotto il coronamento sommitale, raffigurante Cristo benedicente (visibile controluce dall'interno). Nella parte esterna reca invece la vistosa iscrizione "Paulus Galeazzi, Episcopo, anno jubilaei MCMXXXIV-XXXV (1934-35) ". 
Sui fianchi esterni corrispondenti alle due navate laterali è presente una doppia serie di bifore con colonnine ed archetti a tutto sesto che contribuiscono ad illuminare, dall’alto, la zona centrale interna.
Sul lato sinistro è stata completata una rampa per disabili, poichè la chiesa presenta sette gradini più l'ultimo che corrisponde al rialzo del sagrato stesso.

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  • INTERNO
La chiesa, che sorge su pianta basilicale, ha infatti l’interno suddiviso in tre navate, divise tra loro da 12 colonne realizzate con conci di pietra trachite alternati con filari di marmo rosso e terminanti con capitelli decorativi in alto rilievo (su disegno del Faccendi) che danno l’appoggio alle arcate a tutto sesto. Ognuna delle navate termina con un'abside semicircolare.
Sul lato sinistro, entrando, vi è collocato il fonte battesimale, in cemento e legno, con la statua di San Giovanni Battista nella parte sommitale. 
In entrambi i lati delle navate laterali, sono posti i confessionali in legno.
Le acquasantiere hanno vasche ottogonali con i lati esterni incisi: quella a sinistra, entrando, riporta la scritta "Ganelli" e quella a destra "G. Millanta".
Due capitelli decorativi in gesso, opera dello scultore maremmano Tolomeo Faccendi, insignito del Grifone d'oro nel 1967, sono posti sotto l'altare maggiore, e rappresentano il primo a destra quattro buoi tra foglie di viti, e il secondo, a sinistra un'alternanza di bue alato- leone alato - bue alato - leone alato. La parte presbiteriale, pur essendo area pre-conciliare, non ha più la balaustra, i cui resti sembrerebbe siano stati donati all'atto dello smaltimento e si troverebbero adesso presso abitazioni private.
Le vetrate decorative che ornano i rosoni tondi, ben integrate nell’impianto neoromanico, sono del XX secolo. Furono realizzate dalla ditta di Torino “Janni”, con scene della passione di Cristo (XIV stazioni della Via Crucis). Alcune di esse furono rifatte in seguito da privati, poichè lesionate (dai bombardamenti durante la seconda guerra mondiale?). In esse, si trovano apposti  i nominativi delle famiglie donatrici, come per esempio nel rosone II ("Famiglia Balbo"), III ("Pregate per Ada Balducci"), IV ("Nebbiai-Bragaglia") rifatta dalla ditta La.Ma. di Zamparo A. Montepulciano Siena; V ("Pregate per Edo Farmeschi"); VI ("Cassiano Rosetta Cortonesi"); VII ("In memoria di Cortonesi Lamberto");  IX ("Famiglie Lombardelli-Mancuso"); X ("Famiglia Valentini-Del Giusto"); XI ("Elisabetta in memoria di Borgogni Angelo"); XII ("In memoria di Luca e Alberto"); XIII ("Pregate per defunti famiglia Nelli").
Nell’abside, nel 2012 sono stati collocati quattro quadri di grande fattura, con dipinti Santa Teresina di Lisieux, San Guglielmo d’Aquitania, San Francesco e Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein), anch’essi frutto di una donazione privata, con corrispettivi dipinti collocati nella parrocchia di San Rocco e della Beata Vergine del Carmine, a Marina di Grosseto. Dietro l'abside, illuminano la zona 5 vetrate artistiche, con al centro Cristo benedicente e la scritta sottostante "Pater suaviss"; sul lato destro la Madonna ("Coriux castiss"), su quello sinistro San Giuseppe ("S. Joseph patron"); nella vetrata più esterna a destra, dono di Raffaella Socci nel 2000, vi è raffigura Madre Teresa di Calcutta (senza aureola perchè non ancora canonizzata), il simbolo del giubileo 2000 e la scritta "Mortis nos trae custos"; in quella a sinistra probabilmente Santa Caterina da Siena o di nuovo la Madonna nelle vesti di Madre della Chiesa ("S. Ecclesiae patron"). 
Le statue di Maria Santissima e di San Giuseppe sono frutto di donazioni private, contrassegnate dalle etichette “Vincenzo ed Amalia” e “Famiglia Carlo Turi”. La statua della Madonna in seguito alla rottura della mano destra, è stata restaurata nel 2015, e presenta attualmente colori più brillanti e lucidi in tutta la figura, così come la statua di San Giuseppe, ridipinta nello stesso anno. Entrambe le statue sono collocate sopra altari che presentano incisioni a forma di croce patente. 
Dietro la statua di San Giuseppe, sul lato sinistro, le vetrate apribili, sempre della ditta piemontese “Janni” e restaurate nel 1998, raffigurano San Michele, San Pietro, Sacro Cuore di Gesù, San Paolo, Santa Lucia, San Gabriele dell’Addolorata. Dietro quella della Madonna sono state invece collocate quelle di San Domenico Savio (in memoria di Luigi Signorelli), San Francesco, Maria Regina del SS. Rosario (Famiglia Bernini Antonio), Santa Caterina, Santa Maria Goretti.
Molte panche sono nominali e frutto di donazioni private.
Un quadro ad olio di San Giuseppe con il Bambino Gesù, del 1900, restaurato nel 1995, è  collocato presso il lato sinistro dell’altare maggiore.


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Nella cappella è stato invece tolto sia un grande quadro che l'affresco, presenti fino al 2010, sempre frutto di ex-voto e donazione privata. Vi rimane una lastra raffigurante la Madonna, la cui immagine gemella è sita in un'area verde pubblica presso piazza Consorti, sempre a Grosseto, e che è stata donata dalla fonderia Ottanelli Ugo di Grosseto.


  • SPAZI SOTTOSTANTI
Nel salone al piano interrato vi è  un affresco voluto come ex-voto da una fedele privata e dedicato a Paola Peppetti, donatrice di organi. 
Uno dei locali è stato intitolato a don Bruno Minelli nel 2017.
Nell'area sottostante all'abside, vi è anche un ulteriore luogo trasformato a cappella per gli Scout, non fruibile dai fedeli.

Nei locali laterali della chiesa, gli spazi sono occupati da una scuola d'infanzia cattolica.

Nel corso dell’ultimo decennio questa chiesa ha visto l’alternarsi di vari viceparroci di nazionalità straniera, e recentemente è divenuta luogo di culto misto, usata anche dai fedeli di rito ortodosso greco-cattolico-ucraino, proprio in virtù del fatto che possiede ancora l’altare pre-conciliare (nel rito ortodosso, il ministro volge le spalle ai fedeli), sebbene la balaustra sia stata abbattuta.


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San Giuseppe, proteggi sempre la mia famiglia
Ex-voto da ottemperare mantengo fermamente e consacro ancora una volta noi a te


Informazioni tratte da pubblicazioni online e da ricerche cartacee e fotografiche inserite in guide e libri locali, oltre che da osservazioni, studi e ricordi propri personali.
Non mi è stato possibile completare le ricerche con accesso all'archivio parrocchiale, quindi alcune informazioni potrebbero non essere esatte nella datazione (soprattutto riguardo ai vari interventi di ristrutturazione, modifica, recupero, ecc. della chiesa stessa e dei vari arredi sacri). Lo stesso per quanto riguarda l'elenco delle donazioni e degli ex-voto, che non è possibile sapere in dettaglio, con costi di acquisto e data di voto e donazione corretti, e che pertanto non ho potuto particolareggiare.

Il presente scritto ha valore devozionale  di ex-voto temporale, in attesa di quello definitivo.

domenica 15 aprile 2018


VIA CRUCIS ANZIANI


22 marzo 2013

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[La presente Via Crucis è effettuata da anziani, che resteranno seduti.
Durante alcuni momenti si alzeranno per portare all'altare: nardo, mantello rosso, crocifissi e rosari personali degli anziani presenti, uva rossa, corona di spine, ecc...
Inoltre, potranno essere proiettati PPS e immagini, come aiuto per la contemplazione  e l'adorazione personale.]



GUIDA: Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo

TUTTI: Amen

GUIDA: L’amore del Padre, la grazia del Figlio Gesù e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi.

PREGHIERA INIZIALE:
Signore, voglio rifare con Te la strada della croce. La tua sofferenza porti luce alla mia vita, in questa mia età particolare. La forza e il coraggio con i quali Tu hai affrontato la morte diventino la mia forza e il mio coraggio, affinché meno pesante mi sia il cammino dell’esistenza.
Insegnami o Signore ad accogliere ogni prova della vita come Dono del Tuo Amore.


STAZIONE I
Gesù condannato a morte


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GUIDA: Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

ASSEMBLEA: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.


DAL VANGELO SECONDO LUCA (Lc 23,20-25)
Pilato parlò loro di nuovo, perché voleva rimettere in libertà Gesù. Ma essi urlavano: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Ed egli, per la terza volta, disse loro: «Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato in lui nulla che meriti la morte. Dunque, lo punirò e lo rimetterò in libertà». Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso, e le loro grida crescevano. Pilato allora decise che la loro richiesta venisse eseguita. Rimise in libertà colui che era stato messo in prigione per rivolta e omicidio, e che essi richiedevano, e consegnò Gesù al loro volere. 


COMMENTO:
Alla condanna degli uomini, tu, Signore, ha risposto con il silenzio.
Il silenzio! È questa la tremenda realtà nella quale mi trovo. La malattia mi ha isolato da tutti; mi ha improvvisamente separato dalle mie abitudini, dai miei interessi, dalle mie aspirazioni. È vero, ci sono molte persone che mi circondano di affetto e mi vogliono bene, ma la mia solitudine, quella che squarcia il cuore, nessuno può riempirla.
Solo tu, Signore, mi capisci. Per questo, ti prego, non lasciarmi solo!


PREGHIAMO
Pietà di me, o Signore!
Per tutte quelle volte che ti ho tradito.
Per non averti riconosciuto nei miei fratelli ammalati.
Per quelle volte che non ho avuto delicatezza e amore verso gli altri.
Per quelle volte che ho giudicato gli altri.
Pietà di me, o Signore!


STAZIONE II
Gesù riceve la croce sulle spalle



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GUIDA: Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

ASSEMBLEA: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.


DAL VANGELO SECONDO MARCO (Mc 15,20)
Dopo essersi fatti beffe di lui, lo spogliarono della porpora e gli fecero indossare le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo.

DAL VANGELO SECONDO LUCA (Lc 9,23)
Poi, a tutti, diceva: "Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua”.

COMMENTO:
Sulle tue spalle innocenti, eccoti, Signore, la croce. L'hai voluta tu per dimostrarmi tutto il tuo amore. Non mi ero mai chiesto il perché della sofferenza; quando il dolore colpisce gli altri si rimane per lo più indifferenti. Ma quando ha bussato alla mia porta, allora tutto è cambiato: ciò che prima mi sembrava naturale, logico, ora è diventato innaturale, assurdo, disumano. Sì, disumano perché tu non ci avevi creati per soffrire, ma per essere felici. L'inaccettabilità del soffrire è dunque, segno di una felicità perduta. Signore, aiutami.


PREGHIAMO
Dona la tua pace, o Signore!
Per coloro che rifiutano la Croce e imprecano contro Dio e lo offendono.
A tutti gli ammalati delle nostre comunità.
Per famigliari, i medici, infermieri e volontari che assistono gli infermi.
Ai deboli, a coloro che sono sfruttati e maltrattati da chi abusa del potere, del sapere e dell’autorità.
Dona la tua pace, o Signore!



STAZIONE III
Gesù cade la prima volta


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GUIDA: Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

ASSEMBLEA: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.


DAL SALMO 37 (Sal 37,3b-7a. 11-12.18)
La tua mano mi schiaccia. Per il tuo sdegno, nella mia carne non c'è nulla di sano, nulla è intatto nelle mie ossa per il mio peccato. Le mie colpe hanno superato il mio capo, sono un carico per me troppo pesante. Fetide e purulente sono le mie piaghe a causa della mia stoltezza. Sono tutto curvo e accasciato. Palpita il mio cuore, le forze mi abbandonano, non mi resta neppure la luce degli occhi. I miei amici e i miei compagni si scostano dalle mie piaghe, i miei vicini stanno a distanza. Ecco, io sto per cadere e ho sempre dinanzi la mia pena.


COMMENTO:
Quella croce è troppo pesante per te! Hai appena iniziato la salita del Calvario e già stramazzi per terra. Ci sono dei momenti, Signore, in cui la mia vita mi sembra bella, quando a fare il bene mi è facile, quando ad essere buoni si prova una immensa gioia.
Poi, invece, di fronte alla tentazione si cade. Vorrei fare il bene ma in me sento una forza che mi spinge a disobbedire alla tua legge, ai tuoi comandamenti. La malattia è un male, ma in me ce n'è uno più grande: è il peccato. Di questo, Signore, io ti chiedo perdono.


PREGHIAMO
Aiutami, o Signore!
Per quelle volte che non riesco a rialzarmi per il troppo dolore.
Ad essere la difesa dei deboli.
Per quelle volte che non so ascoltare la tua voce che mi parla nella mia croce e nella croce altrui.
Aiutami, o Signore!

STAZIONE IV
Gesù incontra la Santissima Madre






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GUIDA: Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

ASSEMBLEA: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.


DAL VANGELO SECONDO LUCA (Lc 2,34-35)
Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: "Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione - e anche a te una spada trafiggerà l'anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori".


COMMENTO:
Tua madre non poteva mancare lungo la strada della tua passione. Ora è lì accanto a te, muta perché è l'unica persona che comprende il tuo dolore.
Signore, anch'io vorrei trovare in quest'ora di solitudine e di amarezza una persona che mi capisca. Ho constatato che qui all'ospedale tutti hanno fretta, pochi sanno fermarsi, pochi sanno ascoltare. Il volto piangente di tua madre ti ha dato grande sconforto.
Anche a me, Signore, dona la gioia di questo incontro!


PREGHIAMO:
Prega Gesù per noi!
Maria, per tutte le mamme provate dalla sofferenza dei figli e dei loro cari.
Maria, per quanti vivono abbandonati e soli.
Per quanti vivono senza speranza.
Per quanti non amano il Tuo Figlio!
Prega Gesù per noi!

STAZIONE V
Gesù aiutato dal Cireneo



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GUIDA: Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

ASSEMBLEA: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.


DAL VANGELO SECONDO MARCO (Mc 15,21)
 Costrinsero a portare la sua croce un tale che passava, un certo Simone di Cirene, che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e di Rufo.

DAL VANGELO SECONDO MATTEO (Mt 10,38)
Chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me.


COMMENTO:
Lungo la strada del Calvario i carnefici hanno pensato di alleggerirti il peso della croce, costringendo un passante a darti una mano. E tu, Signore, hai guardato il cireneo con grande compassione ma anche con grande amore. È strano il tuo modo di agire: hai creato l'universo intero e per venire tra noi hai voluto aver bisogno di noi. Tu potresti guarirmi in un istante invece vuoi che la mia sofferenza mi aiuti a migliorare me stesso. Hai bisogno di me, Signore? Ebbene, eccomi con le mie miserie, con la mia povertà interiore e con una grande volontà di essere più buono.


PREGHIAMO:
Sostienici, o Signore.
Per quelle volte che rifiutiamo il tuo amore.
Quando siamo stanchi di soffrire.
Per le volte in cui abbiamo paura di affrontare la terapia.
Per le volte in cui non accettiamo la malattia.
Quando non siamo compresi da nessuno.
Sostienici, o Signore.



STAZIONE VI
Gesù asciugato dalla Veronica


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GUIDA: Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

ASSEMBLEA: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.


DAL PROFETA ISAIA 52 (Is 52,14; 53,2b. 3)
Come molti si stupirono di lui - tanto era sfigurato per essere d'uomo il suo aspetto e diversa la sua forma da quella dei figli dell'uomo. Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per poterci piacere. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia; era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima.


COMMENTO:
Tra tanta confusione un gesto semplice: una donna si fa largo tra la folla e ti asciuga il volto. Forse nessuno si è accorto; ma a te non è sfuggito quel gesto pietoso. Ieri nella mia camera c'era un malato che continuava ad infastidirmi con i suoi inutili lamenti; avevo voglia di riposare: non ho potuto. Volevo protestare ma non l'ho fatto, Signore. Ho sofferto in silenzio, ho pianto anche, ma nessuno se n'è accorto. Solo tu, Signore, hai capito!


PREGHIAMO:
Venga il tuo Regno, o Signore!
Per coloro che aiutano gli ammalati.
Per quanti si sentono schiacciati dalla sofferenza.
Per l’incomprensione, la solitudine e la sofferenza di chi ti segue.
Per tutti gli uomini in cerca di verità e di amore.
Per le Veroniche e i Cirenei che associ alla tua salvezza.
Venga il tuo Regno, o Signore!



STAZIONE VII
Gesù cade per la seconda volta



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GUIDA: Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

ASSEMBLEA: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.


DAL SALMO 68 (Sal 68,2a. 3.8)
Salvami, o Dio:
Affondo in un abisso di fango,
non ho nessun sostegno;
sono caduto in acque profonde
e la corrente mi travolge.
Per te io sopporto l’insulto
e la vergogna mi copre la faccia.


COMMENTO:
Ancora una caduta: e questa volta più penosa della prima. Com'è difficile ricominciare a vivere ogni giorno! Sempre gli stessi gesti: il medico che mi chiede come sto, l'infermiera che mi consegna la solita pastiglia, il malato della stanza accanto che continua a lamentarsi. Eppure, tu mi chiedi, Signore, di diventare più buono accettando questa terribile monotonia della vita, perché solo nella pazienza e nella perseveranza sono certo di poterti incontrare.


PREGHIAMO:
Voglio pregarti io, o Signore.
Per chi non ti ringrazia.
Per chi soffre di malattie inguaribili.
Per le mamme disperate e sole.
Per chi ti bestemmia.
Per chi giudica e condanna.
Per i bambini che soffrono.
Voglio pregarti io, o Signore.


STAZIONE VIII
Gesù consola le donne



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GUIDA: Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

ASSEMBLEA: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.


DAL VANGELO SECONDO LUCA (Lc 23,27-28.31)
Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse: "Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Perché, se si tratta così il legno verde, che avverrà del legno secco?".

DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI (Gv 15,5-6)
Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.


COMMENTO:
Gesù accetta la partecipazione commossa di alcune donne, ma coglie l'occasione per insegnare che non basta piangere gli altri: è necessario convertirsi. Durante queste ore di solitudine, ho pensato, spesso, Signore, alla situazione della mia anima. tu mi inviti a cambiare vita. Lo vorrei, Signore, ma sapessi quant'è difficile! La malattia, poi, mi ha messo in uno stato di ribellione. Perché proprio a me? Perdonami. Aiutami a capire, aiutami a convertirmi!

PREGHIAMO:
Noi ti preghiamo, ascoltaci, O Signore.
Per quanti soffrono e sono tristi e scoraggiati
Per gli anziani, abbandonati e ammalati
Per i bambini ammalati e con poche speranze
Per coloro che soffrono la fame e la sete in ogni parte della terra.
Noi ti preghiamo, ascoltaci, O Signore.



STAZIONE IX
Gesù cade la terza volta


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GUIDA: Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

ASSEMBLEA: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.


DAL SALMO 34 (Sal 34,15-16)
Ma essi godono della mia caduta, si radunano,
si radunano contro di me per colpirmi di sorpresa.
Mi dilaniano di continuo,
mi mettono alla prova, mi coprono di scherni;
contro di me digrignano i loro denti.



COMMENTO:
La fatica si fa sempre più pesante ed ancora una volta barcolli sotto il legno della croce.
Credevo, anch'io, Signore, di essere una persona buona e generosa. Invece, è bastata una malattia per ridimensionare tutte le mie aspirazioni. È bastata una occasione cattiva per ritrovarmi con la mia povertà e la mia pochezza. Ora capisco: la vita è fatta anche di cadute, di delusioni, di amarezze. Ma tu mi insegni a riprendermi e continuare fiducioso la strada.

PREGHIAMO:
Abbi pietà, o Signore.
Per coloro che ti tradiscono e non vogliono seguirti.
Per coloro che si sono allontanati da te nella sofferenza.
Per gli ammalati che non percepiscono la preziosità dei tuoi sacramenti.
Per i sofferenti che rifiutano il conforto e la consolazione umana.
Abbi pietà, o Signore.





STAZIONE X
Gesù è spogliato delle vesti


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GUIDA: Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

ASSEMBLEA: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.


DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI (Gv 19,23-24)
I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti - una per ciascun soldato - e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d'un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: "Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca". Così si compiva la Scrittura, che dice:
Si sono divisi tra loro le mie vesti
e sulla mia tunica hanno gettato la sorte.
E i soldati fecero così.


COMMENTO:
Ecco il tuo corpo denudato di fronte allo sguardo impudico e curioso di una folla sghignazzante. Il corpo, Signore, l'hai creato tu. Hai voluto fosse bello, sano, robusto. Ma basta un niente perché questa bellezza si sfasci. Il mio corpo conosce in quest'ora il dolore che opprime e sgomenta. Solo ora comprendo il valore della salute.
Fa', Signore, che quando sarò guarito abbia ad usare del mio corpo per compiere il bene. Guardando al tuo senza macchia, impari ad usare il mio nella purezza e nella umiltà.

PREGHIAMO:
Perdonaci, o Signore!
Per tutte quelle volte che non ci siamo spogliati del nostro orgoglio
Per quelle volte che non abbiamo rispettato gli altri.
Per non aver aperto il cuore e le mani a chi è povero.
Per quelle volte che siamo stati indifferenti alle sofferenze che ci circondano.
Perdonaci, o Signore!




STAZIONE XI
Gesù inchiodato in croce


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GUIDA: Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

ASSEMBLEA: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.


DAL VANGELO SECONDO LUCA (Lc 23,33-34.35)
Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l'altro a sinistra. Gesù diceva: "Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno". Poi dividendo le sue vesti, le tirarono a sorte. Il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: "Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l'eletto".

DAL VANGELO SECONDO MATTEO (Mt 27,37)
Al di sopra del suo capo posero il motivo scritto della sua condanna: "Costui è Gesù, il re dei Giudei".

DAL VANGELO SECONDO MARCO (Mc 15,29)
Quelli che passavano di là lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: "Ehi, tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso scendendo dalla croce!".



COMMENTO:
Finalmente sei arrivato al termine della tua vita terrena. I carnefici sono soddisfatti: hanno compiuto l'opera! Mi hanno detto che il malato assomiglia a te crocefisso. Non so se lo facciano per darmi coraggio. Certo, che su questa croce, Signore, si sta davvero male. lo vorrei scendere da questa croce. Tu invece, mi insegni a rimanere finché sarà la mia ora. Signore, accetta la mia incapacità di accogliere questa prova!


PREGHIAMO:
Noi ti preghiamo ascoltaci, o Signore.
Per gli ammalati nei letti degli ospedali.
Per le persone sole e stanche di vivere.
Per le famiglie dove ci sono conflitti.
Noi ti preghiamo ascoltaci, o Signore.


STAZIONE XII
Gesù muore sulla croce


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GUIDA: Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

ASSEMBLEA: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

DAL VANGELO SECONDO MARCO (Mc 15,34-39)
Alle tre, Gesù gridò a gran voce: "Eloì, Eloì, lemà sabactàni?", che significa: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?". Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: "Ecco, chiama Elia!". Uno corse a inzuppare di aceto una spugna, la fissò su una canna e gli dava da bere, dicendo: "Aspettate, vediamo se viene Elia a farlo scendere". Ma Gesù, dando un forte grido, spirò. Il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo. Il centurione, che si trovava di fronte a lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse: "Davvero quest'uomo era Figlio di Dio!".

DAL VANGELO SECONDO LUCA (Lc 23,45)
(Perché) il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a metà.

COMMENTO:
Ora tutto è finito. La tua vita è terminata nel modo più ignominioso ed ingiusto.
Del resto, l'hai voluto tu: per questo sei venuto al mondo, per morire e per salvarci. Noi siamo nati per vivere. La vita la sento come qualcosa più grande di me stesso. Eppure questo corpo malato mi ricorda che anche per me arriverà quel giorno; quel giorno che vorrei non arrivasse mai, mi trovi, Signore, preparato come te. Fa' che in quel momento sorella morte trovi sul mio volto la luce raggiante di un'anima serena.


PREGHIAMO:
Fa che ti amiamo, o Signore.
Quando siamo persi davanti al dolore immenso.
Quando la solitudine ci pesa.
Quando ci chiudiamo alla speranza.
Quando non sappiamo perdonare chi ci ha offeso.
Fa che ti amiamo, o Signore.



STAZIONE XIII
Gesù in grembo della sua Santissima Madre


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GUIDA: Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

ASSEMBLEA: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.


DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI (Gv 19, 25.31.33-34)
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato - era infatti un giorno solenne quel sabato -, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.

COMMENTO:
Il tuo corpo freddo viene schiodato dalla croce. Tua madre ti accoglie tra le sue braccia amorose. Quale incontro! Quale abbraccio! Spesso penso come la mia malattia sia causa di dolore per i miei parenti e conoscenti. Mi ritengo non solo un essere inutile, ma so di essere di peso a tante persone. È proprio in questi momenti, Signore, che io sento tutta la pesantezza del mio corpo malato, la fragilità del mio essere, la nullità della mia vita.
La comunità che mi accoglie, sia come tua madre: comprensiva, generosa, buona.

PREGHIAMO:
Custodiscici nel tuo cuore, o Maria.
Quando siamo stanchi di vivere.
Quando non facciamo della fede il nostro riferimento.
Quando i nostri cari non ci comprendono.
Quando la virtù della speranza si affievolisce.
Quando le forze vengono meno.
Custodiscici nel tuo cuore, o Maria.



STAZIONE XIV
Gesù è posto nel sepolcro


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GUIDA: Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

ASSEMBLEA: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.


DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI (Gv 19,41)
Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora posto.

DAL VANGELO SECONDO MATTEO (Mt 27,60b)
Rotolata poi una grande pietra all'entrata del sepolcro, se ne andò.



COMMENTO:
Come il tuo corpo dopo tre giorni ha conosciuto la gloria della risurrezione, anch'io credo: risorgerò; e questo mio corpo ti vedrà salvatore. Tu che mi hai formato ad immagine del tuo volto, conserva in me, Signore, il segno della tua gloria. Io credo: risorgerò e questo mio corpo ti vedrà salvatore.


PREGHIAMO:
Io spero in te, Signore.
Quando mi sembra di aver fallito.
Quando le persone care vengono meno.
Quando la malattia mi fa soffrire terribilmente.
Quando non so vedere la luce intorno a me.
Quando diventa difficile credere che tu mi ami.
Io spero in te, Signore.





STAZIONE XV
Gesù risorge per noi!!


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GUIDA: Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

ASSEMBLEA: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.


DAL VANGELO SECONDO MATTEO (Mt 28,1-10)
Dopo il sabato, all'alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l'altra Maria andarono a visitare la tomba. Ed ecco, vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come neve. Per lo spavento che ebbero di lui, le guardie furono scosse e rimasero come morte. L'angelo disse alle donne: "Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: "È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete". Ecco, io ve l'ho detto". Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l'annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: "Salute a voi!". Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: "Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno".


COMMENTO:
Tu sei risorto, Signore. Tu hai tenuto duro, sei rimasto fedele nella prova ed hai vinto. Hai capito che la sofferenza non si può spiegare, ma si può viverla con amore. Signore ora tu vivi glorioso accanto a noi perché noi pure siamo vincitori. Donaci la gioia della risurrezione, Tu che continui a fare il nostro cammino.



PREGHIAMO:
Aiutaci a risorgere
Nei momenti in cui siamo stanchi e sconfortati.
Quando siamo illusi e persi.
Quando non sappiamo rialzarci nelle cadute.
Quando prevalgono i nostri dubbi, le nostre incertezze e paure.
Aiutaci a risorgere.


PREGHIERA FINALE:

Fa', Signore, che la meditazione sulla tua passione, porti al mio animo la forza e il coraggio di superare questa prova misteriosa della vita per essere con te, un giorno, felice nel tuo regno. Amen.

Perdona la mia impazienza. Ho letto nella Scrittura che non devo avvilirmi nella sofferenza, hai promesso di aiutarmi, se avrò fiducia in te. (Sir 3)
Tu hai cura di me e mi proteggi all'ombra delle tue ali, per questo ti prego di aver pietà di me e tutto avvenga secondo le tue promesse. Ti chiedo di perdonare le mie colpe, di cantare le tue lodi e guarire, anche se questo è solo un anticipo della salute piena che mi sarà concessa quando mi chiamerai a condividere la tua vita gloriosa, con Gesù vivo e risorto.
Ti voglio benedire, Signore, perché ti sento a me vicino per illuminarmi il sentiero della croce, mia compagna inseparabile, la stessa che tu hai abbracciata per amor mio.

Ora non privarmi del tuo Santo Spirito, perché ti sei fatto mio alleato e non vuoi deludermi.

In te confido, mio Signore. Così sia.


BENEDIZIONE DEL CELEBRANTE





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