DI NOME: GIUSEPPE
DI COGNOME: SANTO
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La parrocchia del San
Giuseppe di via Sauro compie 80 anni dalla data della sua
costituzione. Fu la prima parrocchia istituita oltre il centro
cittadino, nel 1938. Di stile neoromanico, con rosone, colonne, mura
in mattoni rossi, e bifore tipiche dello stile in questione per
illuminare le tre navate, venne progettata da Ernesto Ganelli negli
anni '30 (assieme a molte altre costruzioni religiose che
l'ingegniere eresse in quegli stessi anni nella provincia), per
ricordare gli ottocento anni dalla elezione, voluta nel 1138 da papa
Innocenzo II, di Grosseto come "città" (in precedenza
aveva per titolo solo "borgo" di Roselle). Venne ufficialmente consacrata nel 1940. Nella chiesa,
all'entrata sopra l'acquasantiera di destra, vi è affissa una lapide
che ricorda il passaggio appunto di Innocenzo II qualche anno prima,
nel 1133, a Grosseto, accompagnato da San Norberto di Magdeburgo e
San Bernardo di Chiaravalle: il papa si accorse in tale occasione che
Roselle, sede anche della diocesi, a quel tempo, risultava ormai in
decadenza, mentre invece Grosseto rifioriva, e questo lo convinse a
modificarne la titolatura con l'invio da Roma nel 1138 del documento
"Sacrosanta Romana Ecclesia". A Grosseto, inoltre,
proprio il 19 marzo 1133, mentre sostava in città, scrisse anche la
bolla che sancì la pace tra pisani e genovesi, la "Iustus
Dominus". Ecco perchè, per commemorare questo evento, si
decise di ereggere una chiesa dedicata proprio allo sposo di Maria,
che la liturgia ricorda appunto il 19 marzo.
Quest'anno, in occasione
della festa patronale, il vescovo Rodolfo Cetoloni ha officiato la
Messa delle ore 18, benedicendo la comunità che ne fa parte. Negli
anni, la parrocchia, con l'ausilio di una motoApe, ha effettuato
anche la processione per le vie cittadine, poichè la statua, targata
"Famiglia Turi Carlo", risulta pesante nel trasporto a
mano. In tali occasioni, sono stati allestiti dei luoghi di sosta dai
vari parrocchiani, e stese dalle ringhiere immagini, tovaglie e
copriletti ricamati. Stavolta invece l'ottuagenario giocondo che una
parrocchia sente e vive, si è festeggiato, come già in altre
occasioni precedenti, rimanendo nella chiesa addobbata. Genitore
putativo di Gesù e sposo di Maria, donna giovane, moglie amata e
madre amorevole, Giuseppe è oggetto di devozione e consegna di
ex-voto in tutta la terra. Uomo giusto, al bivio più importante
della sua vita, grazie ad un sogno che gli suggerì un consiglio
amoroso ad hoc, scelse da che parte stare, meritando di essere
nominato, di diritto, nelle cronache evangeliche e di essere venerato
come santo, con tanto di iconografia specifica come il giglio di
purezza, il mantello marrone, il bastone fiorito. Nel passo
evangelico di Giovanni 1,45 si legge la sua paternità: "Gesù,
(era) figlio di Giuseppe, di Nazaret". Il suo
culto fu esteso e diffuso dall'Ordine dei Carmelitani Scalzi e OCDS,
e dalla stessa Santa Teresa d'Avila che li fondò. In Spagna, patria
carmelitana per eccellenza, è tutt'ora giorno festivo, come lo era
in Italia fino al 1977. Giovanni XII nel 1962 inserì il nome
Giuseppe nel Canone Romano, mentre Papa Francesco, nel 2013, ha
stabilito che questo nome fosse invocato dopo la Vergine Maria, nelle
preghiere eucaristiche. È il secondo Santo dopo Maria, ed è patrono della chiesa universale per volere
di Pio IX dall'8 dicembre 1870. Gli ortodossi lo venerano con
particolare sentimento e recitano l'Inno Akathistos a
lui rivolto. La devozione grossetana non ha particolari
manifestazioni folcloristiche e liturgiche, tranne che per i falò
della "Torciata di San Giuseppe" la notte del 18-19 a
Pitigliano, mentre per esempio tra i siciliani si usa far litaniare
le "tredici verginelle" e cucinare frittelle per allestire
le meravigliose "tavole di San Giuseppe", così come in
molte altre parti d'Italia si festeggia solennemente e
pittorescamente la sua festa. Al Trionfale a Roma, il 19 marzo suona
in concerto la banda musicale della Gendarmeria Vaticana. Nello
scritto apocrifo "Storia di Giuseppe il falegname" si narra
il transito di San Giuseppe avvenuto il 20 luglio, festa di
Sant'Elia, all'età di 111 anni, dopo aver formulato una preghiera
per la buona morte che i giuseppiniani recitano ancora per gli
agonizzanti in letto di morte.
....Ti prego, per la vocazione del mio sposo, oh santo sognatore e tenero padre....
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