sabato 7 aprile 2018

 CHIESA ORTODOSSA UCRAINA

In attesa della Santa e Grande Domenica di Pasqua  
(il Vespro dell'Amore e la vivificante Risurrezione del Signore Dio e Salvatore nostro Gesù Cristo)
- Liturgia del Grande Sabato Santo (la discesa all'Ade) -

[traduzione e traslitterazione in italiano dalla documentazione ufficiale concessa dallo starosta di proprio riferimento]

a cura di Tìndara Rasi Copyright ©


L'immagine può contenere: notte e spazio al chiuso
foto Vassa Larin Copyright ©

"Il servizio e l'aiuto al fratello sono conseguenza dell'ethos eucaristico" (per il fedele ortodosso).
- Messaggio per la Pasqua ortodossa del Patriarca ecumenico Bartolomeo, 8 aprile 2018 -


Contempliamo steso giù chi tutto ha sospeso in alto. Per un po’ è senza respiro la Vita e il respiro di tutti. Ha gli occhi chiusi colui che ha creato i Cherubini dai molti occhi. E’ steso dormiente colui che è la risurrezione di tutti. Nella carne è morto Dio, che fa risuscitare i morti. Nella carne per un po’ tace il tuono della Parola di Dio.
E' sollevato a braccia chi tiene in pugno la terra. Ma tu Giuseppe, che hai chiesto e ottenuto, ma tu lo sai chi hai preso? Quando sei andato presso la croce e hai deposto gesù, hai capito chi ti caricavi? Se hai capito chi tenevi, allora sei diventato ricco. E come dunque fai queste tremende esequie del divino corpo di Gesù? Più che lodevole il tuo desiderio, ma ancor di più da lodare è la disposizione della tua anima. Non tremi atteriito a prendere in braccio colui di cui i Cherubini hanno timore? Con che timore copri con un lenzuolo quel divino corpo? Non abbassi gli occhi con devozione, tremando al vedere il fisico, umano, del Dio che è oltre la fisica?
Dimmi dunque, Giuseppe, prima del sorgere del sole vai forse a seppellire morto l’Oriente d’ogni sole che sorge? Come si fa coi morti, con le tue dita chiudi gli occhi di Gesù che col suo immacolato dito aprì gli occhi al cieco? Tappi la bocca a colui che ha aperto la bocca del muto? Componi le mani a chi ha sciolto la mano del paralitico? Come si fa ai morti, fasci i piedi di chi ha fatto camminare gli storpi? Chi ha ordinato al paralitico: “Prendi su il tuo lettuccio e cammina”, lo metti dunque sopra una barella? Riempi d’unguento l’Unto celeste che ha svuotato se stesso per riempire di sé il mondo? Osi asciugare il divino corpo - da cui scorre sangue - di Gesù che guarì la donna affetta da flusso di sangue? Con acqua lavi il corpo di Dio, che tutti lava e purifica? E quali lumi accendi alla Luce vera che illumina ogni uomo? Quali inni funebri canti a colui che con indicibili inni è cantato dalle schiere celesti? Piangi come morto chi pianse il morto Lazzaro e lo risuscitò al quarto giorno? Fai lutto per chi a tutti ha dato la gioia e ha sciolto le doglie di Eva?
Beate le tue mani, Giuseppe, che hanno servito e toccato, come un tempo l’emoroissa, mani e piedi del divino corpo di Gesù! Beate le tue mani, che si sono accostate al costato sanguinante di Dio, prima ancora di Tommaso, l’incredulo credente e apprezzabile indiscreto! Beate le tue labbra, sazie dell’insaziabile, che unendosi in un bacio alle labbra di Gesù sono state saziate dallo Spirito Santo! Beati i tuoi occhi, che hanno fissato gli occhi di Gesù, ricevendone la vera luce! Beato il tuo volto, che ha sfiorato il volto di Dio; beate le tue spalle, che hanno sostenuto chi tutto regge! Beato il tuo capo, che ha toccato il Capo di tutti!

[...]
Al sesto giorno ci fu un tempo il decreto di condanna: al sesto giorno ti creo di nuovo e ti apro il Paradiso.
Per te ho gustato il fiele: per guarirti dal cibo di quell’infelice dolce godimento.
Ho gustato l’aceto: per allontanare da te l’amaro e innaturale calice della morte.
Ho preso la spugna: per cancellare l’elenco dei tuoi peccati.
Ho preso la canna: per sottoscrivere la liberazione del genere umano.
Mi sono assopito in croce e una lancia mi ha trafitto il costato: per te che, addormentato nel paradiso, dal tuo costato avevo tratto Eva. Il mio costato guarisce la ferita del tuo costato; il mio assopimento ti trae fuori dal sonno dell’ade; la spada tesa contro di me fa abbassare quella stesa contro di te.
Alzati, dunque: andiamo via da qua.
Un tempo ti ho cacciato dal paradiso terrestre: ora non ti porto a quel paradiso, ma sul trono celeste.
Ti ho vietato l’albero della vita, ed ecco che io ti unisco a me, la Vita.
Ho posto i Cherubini a sorvegliarti come uno schiavo: ora faccio sì che i Cherubini ti adorino come un dio.

Sant'Epifanio di Cipro
Discorso per il seppellimento del Divino Corpo del Signore e nostro Salvatore Gesù Cristo.
LITURGIA ORTODOSSA

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